da Milano
Mangiare in una saletta riservata, vicino ai luoghi dove nasce una grande cena, la cantina e la cucina. Abbinando massima riservatezza e servizio personalizzato, di solito curato direttamente dallo chef. È la tendenza che si afferma in modo crescente nei ristoranti più esclusivi del mondo.
Al «21 Club» a New York, ad esempio, la saletta privata è collocata nelle cantine, vicino al massiccio muro che nascondeva le riserve di alcol agli occhi della polizia durante lepoca del Proibizionismo. Ai pochi fortunati che possono cenare in questa sala, oltre allalta cucina del locale, è riservata anche la visita a una collezione di bottiglie provenienti dalle cantine di Aristotele Onassis ed Elizabeth Taylor. Al Mandarin Oriental di Hong Kong invece, è allestita una delle quattro salette private «sponsorizzate» da Krug, una delle etichette top dello champagne. Il menù ruota tutto intorno al re delle bollicine e le sedie richiamano la foggia di un calice da champagne. La sala è destinata a cene davvero per pochi: il numero massimo degli ospiti è dieci.
Lofferta italiana è più sobria, da intenditori veri: le salette private sono quasi sempre dotate di affaccio a vista sulla cucina. A Roma una più note è quella del ristorante «La Pergola» dellHotel Hilton, mentre a Milano la offre tra gli altri Trussardi alla Scala. Un precursore del genere è infine Cracco-Peck, notissimo indirizzo a due passi dal Duomo di Milano. Il locale, fin dalla sua apertura, dispone di un tavolo con quattro sedie direttamente allinterno della cucina, con un semplice vetro a fare da divisorio. Chi cena qui viene servito direttamente dallo chef Carlo Cracco.
E al ristorante è chic mangiare in cucina
Saletta riservata sempre più di moda se vicina «allanima» del locale: in cantina o dove si preparano i cibi, serviti direttamente dal cuoco
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