Cronaca locale

«Ecco il mio decalogo comico per vaccinarsi dalla sindrome dell’outlet»

Un vulcano di idee e comicità, questa è Cinzia Leone. Poliedrica e instancabile porta sul palcoscenico un umorismo tutto romanesco sdrammatizzando sui problemi e sulle quotidiane disperazioni della vita. Da oggi sarà in scena al Teatro Derby di Milano con il suo «Outlet», monologo teatrale scritto con Paola Cannatello che racconta con autoironia come i prezzi e le offerte dei grossi ipermercati ci stiano assalendo, modificando il nostro modo di spendere e di «spenderci» con le persone. Nell'esaltazione dei prezzi delle offerte, nella corsa ai capi firmati in saldo, che in realtà sono solo rimanenze degli anni passati oppure oggetti improponibili e strampalati, abbiamo trasformato anche i nostri sentimenti perché «Ci risparmiamo il più possibile».
Nella locandina dello spettacolo è legata con lo scotch ad una poltrona e tiene dei soldi in mano. Perché?
«Mi ci sono scotchata io! Per evitare di spendere! Nella corsa alle offerte uno si deve legare alla sedia! Risparmiare è l'unica cosa che abbiamo però. E quelli sono i miei soldi, l'unico motivo di vita in questa società dei consumi e io voglio farci ridere sopra! La mia è una “catarsi collettiva” per divertirsi pensando ai nostri limiti, raccontando la vita nel modo più ironico, cercando di far sorridere sulle nostre paure e sulle pene quotidiane».
Outlet, 100% di risparmio, la corsa ai saldi. Siamo affetti dalla «sindrome delle offerte»? Cosa ci sta succedendo?
«Oggi entri al supermercato e i padroni sono gli zingari, te li ritrovi dovunque e, sai che ti dico, zingari siamo pure noi. Noi che vogliamo sembrare i ricchi che non siamo: la spesa è una colletta, i viaggi li facciamo last minute e senza trolley, perché siamo noi che ci siamo trasformati in un trolley! È una corsa per sbrigarsi... e se non facciamo in tempo il volo parte e noi restiamo a terra e ci siamo persi anche “l'ultimo minuto” di salute! E poi quanto ci piace risparmiare... perché è l'unico modo per non smettere di comprare e continuare a spendere! Così cerchiamo le offerte senza sosta... Non conosco nessuna droga come questa. Paghiamo il meno possibile, ma soprattutto ci spendiamo il meno possibile, siamo centraline di risparmio viventi: siamo diventati “Outlet” che camminano».
Milano è la capitale dell'Outlet. Secondo Lei qual è il rimedio alla crisi? Come la prenderà il pubblico milanese colpito nell'intimo?
«Io sono per metà padana e so che Milano ha un grandissimo senso dell'humour. In quello che racconto non c'è critica, io sono una comunicatrice e non giudico. Una società che si prende troppo sul serio per me è finta. A Milano oramai mi conoscono! Lo sanno che “Nun me tengo un ciccio en bocca”, che non mi risparmio in niente perché la cosa più importante che abbiamo è la risata... Superiamo tutto se impariamo a ridere di noi stessi. E in più io faccio anche degli ottimi prezzi!».
E dopo cosa farà? Cosa vede nel suo futuro, tornerà alle imitazioni?
«Io voglio andare avanti, vorrei continuare a crescere e fare sempre cose nuove. Penso che bisogna essere convinti, scegliere e impegnarsi in quello che si vuol fare, metterci l'energia e partecipare alla vita veramente. Le imitazioni chissà, non dico no...

certo proseguirò con il teatro che amo moltissimo, dove abbiamo molta libertà d'espressione e continuerò a lottare sempre per rimanere libera dalle mie paure».

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