
Javier Milei oggi volerà a New York per partecipare a un incontro bilaterale con il presidente Donald Trump nell'ambito dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Alla vigilia della trasferta, il governo di Buenos Aires ha intanto annunciato l'eliminazione delle tasse sulle esportazioni di cereali e semi oleosi fino al 31 ottobre. Mentre molti Paesi cercano nuove strade per rilanciare crescita e competitività e la Ue promette un nuovo pacchetto di semplificazioni, l'Argentina di Milei sta diventando uno dei più radicali laboratori di trasformazione economica. A colpi di motosega anche per sfoltire l'eccesso di regolamentazione. Tanto che è stato creato un ministero ad hoc guidato da Federico Sturzenegger, economista, già governatore della Banca centrale argentina e oggi, appunto, ministro della Deregolamentazione, Sturzenegger ieri è stato ospite dell'Istituto Bruno Leoni alla Triennale di Milano dove ha raccontato le linee guida, le sfide e i risultati di un programma che punta a trasformare uno dei paesi più regolamentati al mondo nell'economia più libera del pianeta. Come? Intanto, il suo ministero ha suddiviso tutte le circa 4.200 leggi della nazione sudamericana in tre categorie: eliminare, modificare o mantenere. Perché «quanto più la società è pessima, tanto più ci sarà legge». L'Argentina «è intrappolata in un triangolo delle Bermuda», ha detto il ministro, sottolineando che i «tre vertici» di questo triangolo erano «la casta imprenditoriale, ha reso l'Argentina il secondo mercato più chiuso al mondo», i sindacati e il partito peronista di sinistra, che ha governato il Paese per la maggior parte dei 41 anni trascorsi dal ritorno alla democrazia nel 1983. «Chiamo il partito peronista il Partito Conservatore Argentino», ha detto il ministro. «È il partito dei gruppi di interesse, il partito che difenderà gli interessi dei sindacati e delle grandi imprese a scapito della popolazione in generale». Sturzenegger ha sottolineato come la riduzione dei privilegi corporativi e una maggiore concorrenza stiano favorendo la ripresa e l'apertura dell'economia argentina, spiegando come sia stato possibile superare le forti resistenze degli apparati burocratici e degli interessi particolari. Nel mirino di Sturzenegger è finita anche una serie di decreti e regolamenti secondari, molti dei quali, a suo dire, non hanno senso per i consumatori e stanno frenando l'economia.
Il governo ha liberalizzato i viaggi in autobus e in aereo, semplificato il divorzio, posto fine al controllo degli affitti, costretto i fornitori di servizi sanitari statali a prescrivere farmaci generici più economici invece di quelli di marca e reso più semplice l'applicazione dei contratti denominati in dollari statunitensi. «Ovunque abbiamo deregolamentato si sono verificati cali significativi nel prezzo reale dei beni», ha sottolineato Sturzenegger.