La grande strategia della Cina sulla Terre Rare: ecco a cosa punta Pechino

La Cina domina la filiera globale delle terre rare, elementi fondamentali per le tecnologie moderne e la difesa, ponendo Usa ed Uein una posizione di forte dipendenza strategica

La grande strategia della Cina sulla Terre Rare: ecco a cosa punta Pechino

Dominare il mondo, o meglio la sua economia e i suoi settori più rilevanti – dall'hi-tech al militare - controllando una manciata di elementi chimici della tavola periodica: le cosiddette Terre Rare (o Rare Earth Elements, REE), che poi così rare non sono, almeno in termini di scarsità sulla crosta terrestre, ma che risultano tali perché difficili da estrarre e altrettanto da raffinare. La Cina è quasi riuscita nell'intento grazie ad un monopolio assoluto su questi 17 elementi metallici, cruciali per la realizzazione e lo sviluppo delle tecnologie moderne, dall'energia alla difesa. Dopo decenni di interventi statali strategici, Pechino controlla adesso oltre la metà della produzione mineraria globale, e il 90% della capacità di separazione e raffinazione dei REE. Cosa significa? Semplice: che in tempi di crisi, di tensioni, di rivalità crescenti la Cina può trasformare in un'arma strategica la dipendenza degli Stati Uniti – ma più in generale del pianeta - dai metalli delle Terre Rare. Lo si è visto qualche mese fa quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha imposto stringenti controlli sulle esportazioni di sette elementi delle REE e dei magneti permanenti da essi derivati, ossia materiali che costituiscono il fondamento della vita quotidiana e della guerra moderne. Limitandone il flusso verso l'esterno, la Cina ha messo in mostra la sua forza industriale e rivelato la pericolosa vulnerabilità occidentale.

Il dominio della Cina sulle Terre Rare

La situazione è particolarmente grave. Non solo per l'immediato presente ma anche in vista del futuro. "L'intera economia mondiale fa affidamento su questi magneti provenienti dalla Cina", ha dichiarato a DW Jost Wubbeke, managing partner di Sinolytics. "Se si smette di esportarli, le conseguenze si faranno sentire in tutto il mondo", ha aggiunto l'esperto. Alla fine Washington e Pechino hanno raggiunto un accordo formale per facilitare il flusso di terre rare e magneti dalla Cina verso gli Usa, ma il problema potrebbe porsi nuovamente. Gli Stati Uniti sanno da oltre 15 anni che le loro catene di approvvigionamento minerarie critiche sono troppo esposte alla pressione e al controllo cinese. Eppure, ha sottolineato Cnbc, sia le amministrazioni democratiche che repubblicane non sono riuscite a sciogliere il nodo. Non va meglio all'Unione Europea, che dipende da Pechino per il 98% dei magneti in REE necessari per componenti automobilistici, aerei da combattimento e dispositivi di imaging medico.

Per quale motivo invece la Cina può invece dormire sonni tranquilli? Il Dragone ha sovvenzionato la lavorazione delle REE, si è concentrata sulle acquisizioni globali lungo tutta la catena di approvvigionamento e ha aumentato la produzione molto più rapidamente dell'Occidente. In termini più concreti, il gigante asiatico si è mosso con decisione in Africa e America Latina; ha stretto partnership locali con i governi della Repubblica Democratica del Congo, della Bolivia e del Cile; e ha investito in porti, ferrovie e infrastrutture di raffinazione. Risultato? Nel 2023 la Repubblica Popolare Cinese rappresentava circa il 69% della produzione mondiale di Terre Rare, ben al di sopra degli Stati Uniti (12%), della Birmania (11%) e dell'Australia (5%). E nel frattempo le loro esportazioni dal Brasile alla Cina sono triplicate nel primo semestre del 2025 rispetto all'intero 2024, raggiungendo i 6,7 milioni di dollari. Brasilia possiede la seconda riserva mondiale di REE, pari a 21 milioni di tonnellate stimate, dietro solo alla Cina (44 milioni). Tuttavia, la produzione del Paese resta marginale: appena 20 tonnellate nel 2024, contro le 270.000 cinesi.

Cosa significa per gli Usa

Le REE sono fondamentali per una vasta gamma di tecnologie di difesa, tra cui i caccia F-35, i sottomarini classe Virginia e Columbia, i missili Tomahawk, i sistemi radar, i droni Predator e la serie di bombe intelligenti Joint Direct Attack Munition. Un esempio? Il caccia F-35 contiene oltre 400 kg di terre rare; un cacciatorpediniere DDG-51 classe Arleigh Burke ne richiede circa 2.300 kg; un sottomarino di classe Virginia ne utilizza circa 4.000 kg. E ancora: le Terre Rare servono per realizzare veicoli elettrici, computer, smartphone e tanto altro ancora. Quando e se la Cina dovesse richiudere i rubinetti delle proprie esportazioni di REE, gli Stati Uniti subirebbero un gravissimo contraccolpo. Certo, anche prima delle ultime restrizioni cinesi, poi rientrate, la base industriale Usa si trovava in difficoltà a causa della sua capacità limitata, e non era in grado di aumentare la produzione per soddisfare la domanda di tecnologie di difesa. Ulteriori divieti sugli input di minerali critici non faranno che ampliare il divario, consentendo a Pechino di rafforzare le sue capacità militari più rapidamente degli Stati Uniti. Nella sua Strategia Industriale per la Difesa Nazionale del 2024, il Dipartimento della Difesa (DOD) si è posto l'obiettivo di sviluppare una catena di approvvigionamento completa di terre rare dalla miniera al magnete in grado di soddisfare tutte le esigenze di difesa degli Stati Uniti entro il 2027.

Non sarà tuttavia semplice smarcarsi dall'ombra del Dragone. Dal canto suo, l'Unione europea ha concordato con Pechino un meccanismo "aggiornato" per le esportazioni cinesi di minerali di REE, un punto motivo di forti tensioni tra le due parti. "Abbiamo concordato di avere un meccanismo di approvvigionamento per la loro esportazione aggiornato. In altre parole, in caso di colli di bottiglia, questo meccanismo di supporto alla catena di approvvigionamento rivisto può immediatamente verificare e risolvere il problema o la questione che si presenta", ha dicharato il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in conferenza stampa a Pechino alla fine dei colloqui con la leadership mandarina.

La Cina è pronta a continuare a rafforzare il dialogo e la cooperazione sul commercio di terre rare e a mantenere la stabilità e la sicurezza della produzione e della catena di approvvigionamento globale. Così il portavoce del ministero degli Esteri, Guo Jiakun. Vedremo cosa succederà da qui ai prossimi mesi.

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