Si apre un nuovo fronte nella guerra commerciale: la Cina di Xi Jinping (in foto) ha, infatti, annunciato che applicherà dazi anti-sovvenzioni "provvisori" su "alcuni prodotti lattiero-caseari" importati dall'Unione Europea. I dazi varieranno dal 21,9% fin quasi al 43% (al 42,7% per l'esattezza) ed entreranno in vigore oggi. Riguarderanno una serie di prodotti, tra cui formaggi freschi e lavorati, formaggi erborinati e alcuni tipi di latte e panna. Le autorità cinesi hanno avviato questa indagine anti-sovvenzioni nell'agosto 2024, ufficialmente a seguito di una richiesta della China Dairy Association, ma come risposta a Bruxelles che il giorno aveva annunciato la sua decisione di imporre dazi elevati sui veicoli elettrici prodotti in Cina. L'indagine dovrebbe concludersi a febbraio 2026. Ma secondo il ministero del Commercio "le autorità inquirenti hanno stabilito in via preliminare che i prodotti lattiero-caseari in questione, importati dalla Ue, hanno beneficiato di sussidi, che l'industria lattiero-casearia cinese ha subito un danno sostanziale e che esiste un nesso causale tra questi sussidi e il danno osservato". "Il valore dell'export di formaggi italiani in Cina è triplicato negli ultimi 5 anni e la mossa di Pechino rischia di pesare sulle potenzialità di crescita del settore sul mercato asiatico, ennesimo episodio di una guerra commerciale che sta danneggiando il settore agroalimentare", sottolineano Coldiretti e Filiera Italia. Le vendite di formaggi italiani in Cina hanno raggiunto nel 2024 un valore di 71 milioni di euro, con un aumento del 207% rispetto al 2020, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat.
Se i numeri sono ancora limitati, il percorso di crescita degli ultimi anni evidenzia le potenzialità del mercato cinese, che non è autosufficiente dal punto di vista del lattiero caseario e che sembra sempre più interessato al segmento dell'alta qualità, a partire dai formaggi freschi, dove il Made in Italy può essere protagonista. I formaggi sono il secondo prodotto agroalimentare italiano esportato in Cina dopo il vino, con l'export di cibo tricolore che ha superato nel 2024 i 600 milioni di euro in valore.