Economia

Attenti alla pensione: ecco l'assegno con 5 anni di anticipo

Si tratta di una misura che consente alle imprese da 100 dipendenti in su, di poter anticipare l'uscita per il personale

Attenti alla pensione: ecco l'assegno con 5 anni di anticipo

Il governo si prepara ad affrontare il nodo della fine del blocco dei licenziamenti, in vigore fino a giugno. Il nuovo decreto Imprese ha al suo interno una serie di norme che hanno lo scopo di gestire il passaggio successivo alla scadenza dell’importante misura sociale. In particolare, il ministro del Lavoro Andrea Orlando conta sul cosiddetto “contratto di espansione”, ossia la possibilità per le imprese da 100 dipendenti in su, di poter anticipare l'uscita del personale a cui manca fino a 5 anni per maturare i requisiti della pensione. A questi lavoratori il datore di lavoro riconosce un'indennità mensile, "di esodo", commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal dipendente al momento della cessazione del rapporto fino alla prima decorrenza utile della pensione.

Da tale somma viene dedotto l'importo di Naspi che sarebbe toccato al lavoratore per tutto il periodo di spettanza dell'indennità di disoccupazione (va tenuto conto che se il lavoratore riprende il lavoro e perde il diritto alla Naspi e l'indennità andrà versata per intero). Facciamo un esempio pratico: per un dipendente con stipendio annuo di 36mila euro se resta in azienda il costo ammonta a circa 260mila euro nei 5 anni. L'esodo con “contratto di espansione” (senza nuove assunzioni) produce un costo di circa 100mila euro in caso di raggiungimento della pensione di vecchiaia e circa 137mila euro in caso di uscita verso la pensione anticipata (con la contribuzione ancora necessaria). Con l'uscita anticipata, il lavoratore, comunque, perde in media l'8,5% della pensione piena e il 21% sull'ultima busta paga.

Un ulteriore beneficio è garantito alle imprese o gruppi di imprese con un organico superiore a mille unità lavorative che si impegnano ad effettuare almeno un’assunzione per ogni tre lavoratori i quali usufruiscono dello scivolo pensionistico: in questo caso la riduzione dei versamenti spetta per ulteriori 12 mesi. L'opportunità consente di ridurre i costi complessivi di personale in quanto le nuove assunzioni saranno meno onerose. Sono possibili anche assunzioni a tempo parziale. Un’altra misura per fronteggiare la scadenza del blocco dei licenziamenti, come riporta il quotidiano Il Messaggero, è il “contratto di ricollocazione”, a tempo indeterminato, legato alla formazione e ad un periodo di prova, massimo di sei mesi, con sgravi contributivi al 100% che andranno restituiti nel caso in cui il lavoratore non venga poi assunto. Sgravi che si cumulano agli altri già a disposizione.

Potrebbe entrare nel decreto Imprese, infine, sempre secondo quanto si apprende da fonti di governo, anche l'incentivo, per i settori commercio e turismo, per la fuoriuscita dalla cassa Covid a ottobre: si prevede un esonero contributivo al 100% per i dipendenti che vengono riconfermati dopo il blocco dei licenziamenti e la fine della cig-Covid. Fino a dicembre, inoltre, sarà sospeso il decalage previsto per l'indennità di disoccupazione Naspi. Dal quarto mese, infatti, l'indennità subisce una decurtazione del 3% al mese.

Questo taglio, fine a fine anno, sarà cancellato.

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