Così Bruxelles "accerchia" Mosca anche sul business dei diamanti

Sanzionato il big Alrosa. Pronta una tecnologia per tracciare le pietre

Così Bruxelles "accerchia" Mosca anche sul business dei diamanti
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Mentre Vladimir Putin continua a bombardare l'Ucraina, l'Ue dichiara guerra ai diamanti russi. Bruxeless ha infatti varato misure restrittive contro il big di Stato del settore e il suo ad Pavel Marinychev.

La decisione segue il bando alle importazioni dei diamanti di Mosca del mese scorso. Alrosa è il principale gruppo al mondo per l'estrazione delle gemme considerate le «migliori amiche delle donne» e gestisce oltre il 90% di quelle russe. Le sanzioni varate dalla Ue di Ursula von der Leyen (nella foto) sono state introdotte al termine di un lavoro complesso in seno al G7, sollecitato dal Belgio, da secoli principale hub mondiale del settore: da Bruxelles transita l'84% dei diamanti grezzi e il 50% di quelli lavorati. È stata, infatti, introdotta una apposita tecnologia blockchain per «tracciare» le pietre importate.

Alrosa «costituisce una parte importante di un settore economico che fornisce introiti sostanziali al governo» di Mosca, rimarca l'Unione europea: solo nel 2022 il Cremlino ha esportato diamanti per un controvalore pari a 4 miliardi di dollari. A settembre, sempre nel quadro dello pacchetto di sanzioni contro Putin, entrerà in vigore il bando alle importazioni anche per i diamanti russi lavorati in Paesi terzi. Si tratta del passaggio più delicato, dove giocherà un ruolo cruciale appunto il sistema di tracciamento appena introdotto. Circa un terzo dei diamanti trattati nel mondo sono estratti in Russia, nella regione della Yakutia, in Siberia. La miniera Mir è stata, fino alla sua chiusura nel 2022, la più grande del Pianeta. La gemma più grande è stata trovata in questa miniera nel 1980 e pesava 345,5 carati (68 grammi).

Per continuare a controllare i prezzi, la sudafricana De Beers è stata costretta ad acquistare diamanti da Mosca. Le pietre preziose estratte in Russia tipicamente proseguivano il viaggio per il Belgio, e poi a Surat, in India, dove viene tagliato e pulito l'80% dei diamanti. Qui lavorano 1,5 milioni di persone e il giro di affari è di 30 miliardi di dollari fra importazioni ed esportazioni.

Poi, una volta puliti, arrivano a New York e a Hong Kong, da dove sono immessi nel mercato di Pechino. Grandi produttori di diamanti sono anche Canada, Botswana, e Israele; Dubai e India sono invece importanti centri di smistamento commerciale insieme alle città cinesi di Guangzhou e Shenzhen.

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