Politica economica

Per liberare il sistema Italia lo Stato deve essere essenziale

Il pensiero riformista e di cultura liberale nel nostro Paese patisce il metodo dello "strattonamento": di qua o di là

Per liberare il sistema Italia lo Stato deve essere essenziale

Il pensiero riformista e di cultura liberale nel nostro Paese patisce il metodo dello «strattonamento»: di qua o di là. Da intendersi: pensiero di destra o di sinistra? Viene il mentre il grande Giorgio Gaber, di cui ricorre il ventennale della morte, che liquidò con acume e ironia il triste rito della politica di etichettare tutto con stereotipi vecchi e paralizzanti (chissà cosa direbbe del sommo poeta Dante ora aggregato al pantheon del pensiero di destra!).

Aiuta a fare un po' di chiarezza, a proposito di cultura liberale e riformista, evidenziandone le virtù, il libro Stato essenziale società vitale. Appunti sussidiari per l'Italia che verrà (per i tipi Studium). La firma del volume è a quattro mani: Alberto Mingardi e Maurizio Sacconi. Il primo è il direttore dell'Istituto Bruno Leoni, laboratorio di idee e proposte tipicamente liberali; il secondo, di provenienza socialista e riformista, vanta una lunga carriera di governo ai livelli maggiori con riferimento all'esperienza di Forza Italia e oggi presiede l'associazione Amici di Marco Biagi. Dunque, personalità del ramo che da anni si adoperano per raccontare, in un Paese complicato come il nostro, i vantaggi della cultura liberale applicata all'attività di governo. Un riformismo innovativo, al passo con le domande stringenti che viviamo. Quel che occorre oggi, dicono gli autori, è intervenire con coraggio, con la buona pratica della discontinuità.

Discontinuità significa avviare un percorso di riforme che alleggerisca il ruolo dello Stato. Non che sparisca, ovvio. Ma che svolga al meglio la sua funzione che è quella di liberare l'intrapresa della persona nella società. Non di imbrigliare a piè sospinto. La novità? Quella di investire su un'economia per davvero riformista. Preservare il valore della vera competizione; non più un economia prigioniera del protezionismo statalista. Abbiamo perciò bisogno di uno Stato essenziale, come indicato nel titolo del libro.

E i contenuti, ben spiegati, lo testimoniano. Altro che destra o sinistra!

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