Economia

Non più solo elettrico, l'ad Blume guida Volkswagen alla svolta

L'asse del futuro ceo col governo di Berlino per l'apertura Ue agli "eco-carburanti"

Non più solo elettrico, l'ad Blume guida Volkswagen alla svolta

Elettrico jawohl, ma anche e-fuel per una mobilità sempre più green. È la posizione già espressa da Oliver Blume, numero uno di Porsche e da settembre al vertice anche del gruppo Volkswagen, dopo che il Consiglio di sorveglianza ha dato il benservito (ufficialmente un accordo amichevole) a Herbert Diess, l'attuale ad. A questo punto è presumibile che Blume, di 10 anni più giovane rispetto a Diess, porti il suo approccio (elettrico, ma anche eco-carburanti) nella nuova strategia del gruppo. Non resta che aspettare l'1 settembre e le sue prime dichiarazioni da nuovo ad del gruppo Volkswagen. La produzione di e-fuel: l'anidride carbonica viene sintetizzata combinandola all'idrogeno e all'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Da qui un carburante sintetico «carbon neutral» che non produce alcun tipo di emissioni di CO2 e può essere utilizzato su qualsiasi tipo di motore.

Il «siluramento» di Diess, tra l'altro dopo frequenti tensioni con gli azionisti e lo stesso potente sindacato Ig Metall, avviene a poche settimane dalla decisione della Commissione Ue di aprire una «finestra» nel 2026 per verificare la possibilità, dal 2035, di affiancare anche gli e-fuel alla produzione di sole auto elettriche. E visto che il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, appassionato «porschista», ha insistito (insieme al collega italiano Roberto Cingolani) affinché Bruxelles considerasse questa opzione, ecco i «verdi» tedeschi andare su tutte le furie. Lo stesso Blume, infatti, il retroscena rivelato dalla tv Zdf, a fine giugno aveva affermato di aver avuto, sul tema e-fuel, contatti con i partiti della coalizione di governo e con lo stesso Lindner. Tutte ipotesi ora regolarmente smentite dai diretti interessati: il ministro e lo stesso gruppo automobilistico, che si è però congratulato con Lindner per la passione che lo lega alla auto Porsche.

«La Germania, ma in senso più ampio l'Europa - commenta Andrea Taschini, manager automotive - sta iniziando a fare i conti con la follia di una transizione energetica che ora presenta un costo economico e sociale elevatissimo. Era tutto scritto. Diess è tra i primi a pagare per le conseguenze di scelte estreme ed eccessive sull'auto elettrica. C'è così da aspettarsi che per gli stessi motivi, nei prossimi mesi, tra le classi dirigenti europee, saranno in parecchi a dover togliere il disturbo».

Secondo Blume, in relazione al piano Ue «Fit for 55», «i divieti tecnologici rappresentano un freno all'innovazione, seppure per Porsche la mobilità elettrica resti una priorità». Il futuro capo del colosso di Wolfsburg ha una visione olistica sul tema della decarbonizzazione: «L'utilizzo dei carburanti sintetici - ha precisato in un'intervista - può ridurre le emissioni dei motori endotermici, senza per questo doverli modificare o adattare.

Fondamentale è che siano prodotti in modo sostenibile e da energia rinnovabile».

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