Guerra in Ucraina

Stop alle Ferrari in Russia: sospesa la produzione

Vigna: "Speriamo nel ritorno al dialogo". Scivolone in Borsa. E Maranello dona un milione ai profughi Ucraini

Stop alle Ferrari in Russia: sospesa la produzione

Prima Automobili Lamborghini e da ieri anche Ferrari: stop alla produzione di veicoli per il mercato russo. Per i due marchi italiani, icone del mondo sportivo e del lusso legato alle quattro ruote, la decisione è da interpretare come atto di solidarietà verso la popolazione ucraina. Il mercato russo, per entrambe le Case, non è comunque tra quelli più importanti: per il Toro di Sant'Agata Bolognese vale un'ottantina di modelli venduti l'anno, mentre per il Cavallino rampante di Maranello, che nel Paese conta solo due concessionarie, le immatricolazioni sarebbero sotto le 100 unità. L'oligarca russo, da parte sua, non è obbligato ad acquistare il suo gioiello italiano a Mosca e dintorni, ma può tranquillamente farlo altrove, per esempio negli Emirati o anche direttamente in Italia, dove le supercar vengono prodotte. In quest'ultimo caso fa sicuramente più effetto e, per chi vuole, è sicuramente anche più scenografico.

A Maranello spiegano così la decisione di sospendere la produzione destinata alla Russia: «Continuiamo a monitorare da vicino la situazione nel rispetto di tutte le regole, regolamenti e sanzioni». Più o meno simile la motivazione di Automobili Lamborghini, marchio inserito nella grande galassia Volkswagen: «Speriamo in una rapida fine delle ostilità e in un ritorno alla diplomazia».

Le due società automobilistiche si aggiungono a una serie di altre realtà nell'ambito del lusso che hanno preso provvedimenti per limitare, congelare o anche uscire dalle attività commerciali in Russia dopo l'invasione dell'Ucraina. Tra chi ha preso decisioni analoghe ci sono i colossi Lvmh (Louis Vuitton, Fendi e Dior) e Kering (Gucci, Bottega Veneta e Balenciaga). E lo stesso ha fatto Prada.

In Piazza Affari, ieri, il Cavallino rampante è andato incontro a una nuova perdita: le azioni - condizionate dal difficile scenario mondiale - hanno chiuso a 165 euro (-3,14%). Dall'inizio dell'anno il calo del titolo Ferrari è pari al 25,12%.

Contestualmente alla notizia dello stop in Russia, Ferrari ha fatto sapere di donare un milione di euro in solidarietà dei cittadini ucraini. I fondi sono destinati alla Regione Emilia-Romagna che, in collaborazione con Croce Rossa e Unhcr, li impiegherà per progetti umanitari internazionali a sostegno dell'Ucraina e per l'accoglienza dei profughi presso il proprio territorio. Inoltre, saranno devoluti aiuti all'Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano, Formigine - Onlus per sopperire alle esigenze degli ucraini che verranno ospitati nell'area vicina alla sede della società. «Ferrari è vicina alla popolazione ucraina in questo terribile momento storico - le parole dell'ad Benedetto Vigna -: mentre speriamo in un rapido ritorno al dialogo e in una soluzione pacifica, non possiamo rimanere inermi di fronte alle sofferenze dei civili colpiti».

Plauso dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il quale ringrazia Ferrari per «il gesto di grande significato».

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