Enac, su Pronzato Bersani nega l'evidenza: "Nel partito non c'è alcuna questione morale"

Bersani nega anche l'evidenza: "Sorpresissimo delle accuse". Rigetta l'esistenza di una questione morale nel partito e prende le distanze dal coordinatore del settore trasporto aereo del Pd: "Sempre garantito il massimo di trasparenza". Ma l'inchiesta va avanti e si allarga a macchia d'olio

Enac, su Pronzato Bersani nega l'evidenza: 
"Nel partito non c'è alcuna questione morale"

Roma - Questione morale? Macché. E' un termine off limit in via del Nazereno. Guai a parlare di questione morale ai vertici del Partito democratico. E tantomeno guai a parlarne a Pier Luigi Bersani che, nonostante tutti gli scandali in cui è coinvolto il partito, continua a negare e a far muro. Anche oggi, intervistato dal Messaggero, il segretario del piddì assicura di essere rimasto "sorpresissimo delle accuse" rivolte a Franco Pronzato, membro del cda di Enac e coordinatore del settore trasporto aereo del Pd. Ma alla domanda se esista una questione morale nel suo partito, Bersani replica secco: "La risposta è no".

Il leader del Pd avverte che "non è affatto una giaculatoria dire che quando si tratta di noi la magistratura sa che può lavorare senza che mai si sentirà volare l’accusa di complotti o cose simili. Da noi non arriverà mai alcun intralcio alle indagini". Ma aggiunge: "Mi lasci anche dire che questa cosa che uno che è stato consigliere al ministero dei Trasporti diventi il braccio destro di Bersani fa parte dell’immaginario polemico che non ha consistenza". In ogni caso, dice ancora Bersani, "se fossero confermate le accuse, noi dobbiamo aprire quattro occhi perché noi dobbiamo assolutamente essere un partito che garantisce il massimo di trasparenza. Naturalmente - conclude - l’amarezza resta, è chiaro". In realtà, ridurre lo scandalo Enac a un immaginario che non ha consistenza rischia di minimizzare la portata delle indagini che, invece, si stanno allargando a macchia d’olio.

Sotto la lente di ingrandimento del pm Paolo Ielo e degli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza sono finite le verifiche su gare di appalto bandite da altri enti ed alle quali abbiano preso parte imprenditori che si siano avvalsi della consulenza di Vincenzo Morichini, ex amministratore del consorzio di agenzie Ina Assitalia di Roma e personaggio molto vicino a Massimo D’Alema. Morichini avrebbe, infatti, fatto da intermediario tra Viscardo e Riccardi Paganelli, titolari della low cost Rotkopf, e Pronzato per il superamento degli ostacoli (il rilascio del certificato di operatore aereo) che impedivano alla società la partecipazione alla gara per la gestione dei voli tra l’Elba e la Toscana. Agevolazioni compensate con 40mila euro, secondo quanto ammesso da Morichini, divisi tra lui e Pronzato.

Ora gli inquirenti vogliono accertare se Morichini abbia messo a disposizione di altri imprenditori i suoi legami con esponenti politici e della pubblica amministrazione per favorire l’assegnazione di appalti.

Così, mentre l’inchiesta sul fundraiser della Fondazione Italiani Europei di D’Alema, va avanti, Bersani continua a negare l'evidenza e a ripudiare l'esistenza di una questione morale.

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