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Crisi, esercito pronto a fare sacrifici In Afghanistan anche dopo il 2014

La situazione economica causerà tagli anche tra i militari. E sull'Afghanistan il Capo di Stato Maggiore: "Pronti a restare dopo il 2014"

Crisi, esercito pronto a fare sacrifici In Afghanistan anche dopo il 2014

La crisi c'è e si sente. Si sente per tutti. Anche per i militari italiani, che si vedranno costretti in poco a tempo a operare dei tagli sull'organico per far fronte al particolare periodo economico. Nulla di troppo drastico. I fondi per le missioni all'estero ci sono. Il ruolo italiano nella gestione delle crisi internazionali non è quindi in pericolo. E non si dovranno chiedere ulteriori fondi al governo.

Ma, sottolinea il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano Claudio Graziano, i 107mila militari italiani in servizio verranno ridotti a 100mila, puntando su una strategia di riduzione dei costi che passa - nel breve periodo - soprattutto per i pensionamenti. Accanto a questi una gestione migliore delle spese di gestione, attuata attraverso la razionalizzazione delle spese, l'accorpamento di qualche caserma, la dismissione di altre.

E che porterà per esempio gli 800 militari di stanza alla caserma Santa Barbara di Milano ad essere trasferiti a Solbiate Olona, dove si trova la struttura che ospita i militari del Nato Rapid Deployable Corps (NRDC). Da qui tra dicembre e gennaio partiranno 200 militari diretti in Afghanistan. Una missione difficile - commenta Graziano, ieri in visita alla caserma - per la quale la preparazione è in corso da lungo tempo. Molti di più di quanto normalmente richiesto - cinque giorni - a questi soldati.

Una preparazione lunga, per formare i militari che andranno a gestire la situazione a Kabul fino al 2013. Nel 2014, se i tempi saranno rispettati, finirà la missione all'estero. Il passaggio di consegne con gli afghani non arriverà però subito.

I nostri militari rimarranno sul territorio con compiti d'addestramento e assistenza.

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