Leader della rivoluzione bolivariana, un'allergia alla definizione di dittatore, per oltre dieci anni Hugo Chavez ha guidato le sorti del Venezuela, passando da fallito leader di un colpo di Stato finito nel sangue a capo incontrastato di un Paese che controllava dal 1998.
Gravemente ammalato di cancro, alle spalle una lunga serie di operazioni e ricoveri nella Cuba dell'amico Fidel Castro, è morto a Caracas alle 16,25 ora locale. Lo ha annunciato in tv il vice presidente e suo delfino designato, Nicolas Maduro.
La storia pubblica di Hugo Chavez comincia nel 1992. Laureato all'Accademia militare venezuelana, il futuro presidente tenta un golpe per rovesciare il governo di Carlos Andres Perez. In mente ha due cose: restituire serenità economica al Venezuela e risolvere i gravi problemi di corruzione del Paese.
Accanto a Chavez ci sono un manipolo di generali e studenti. Il nome più in vista è quello di Francisco Cardenas, che sfiderà il presidente venezuelano nelle elezioni del 2000.
Il tentativo di rovesciare le istituzioni non ha successo. Il Movimento rivoluzionario bolivariano di Chavez fallisce e il suo leader è costretto a consegnarsi alle autorità. Trascorrerà due anni in carcere. Ricomparirà sulla scena pubblica dopo la liberazione, su iniziativa di Rafael Caldera, succeduto a Perez alla presidenza. Dalla cella vedrà fallire un secondo tentativo di colpo di Stato.
Scarcerato nel 1994, Chavez cambierà nome al suo movimento, trasformandolo nel Movimento della Quinta Repubblica. A un nome differente si legherà un ideale ancora ancorato alle idee di Simon Bolivar, guida simbolica del partito che lo porterà alla ribalta, eroe nazionale venezuelano.
Da golpista fallito a presidente
Cavalcando la rabbia popolare, abbandonata l'idea di un golpe, Chavez riuscirà a farsi eleggere presidente nel 1999.
Lo stesso anno il neo-presidente venezuelano riuscirà nell'intento di modificare la Costituzione del Paese. Dal lavoro della Costituente nascerà un testo composto da oltre 300 articoli. Tra le modifiche principali la durata del mandato presidenziale: da cinque a sei anni. E il nome del Paese, che diventerà ufficialmente la Repubblica Bolivariana del Venezuela.
La modifica della carta costituzionale porterà il Venezuela a nuove elezioni. Chavez sconfiggerà l'ex alleato Cardenas.
I rapporti con Washington e l'Avana
Durante il suo secondo mandato il Paese allaccerà rapporti più stretti con la Cuba castrista. Partner commerciale fondamentale per l'Avana, il Venezuela fornirà all'isola il petrolio - di cui è ricca - in cambio di medici e insegnanti, che getteranno le basi per un sistema scolastico e sanitario nazionale.
Tanto più Chavez si avvicinerà a Castro, maggiore sarà la distanza dagli Stati Uniti. Chiaro oppositore di Washington, il presidente venezuelano contesterà all'allora presidente Bush l'invasione dell'Afghanistan, affibbiandogli - con la retorica che gli era propria - una serie di epiteti variegata, da "asino" a "terrorista".
Nel 2002 l'opposizione venezuelana tenterà un golpe contro Chavez. Il Presidente verrà rimosso dal suo ruolo per due giorni, per poi tornare acclamato dal popolo. Due anni dopo il fallito colpo di Stato, a tentare di sconfiggere il presidente sarà un referendum. Sfruttando un diritto garantito dalla Costituzione, l'opposizione chiederà ai cittadini venezuelani se vogliono continuare ad essere governati da Chavez.
Nell'ultima parte del suo secondo mandato, il leader del Venezuela comincia a parlare di "socialismo del XXI secolo". La legislatura si concluderà con la creazione del Partito socialista unito (Psuv).
Rieleggibile per sempre
Ormai alla seconda rielezione, Chavez cercherà l'approvazione popolare in un referendum volto ad aumentare fortemente i poteri presidenziali, consentendogli di essere rieletto senza limiti di mandato. Un primo tentativo fallì e fu accolto da scarsa partecipazione. Nel 2009 il presidente riuscirà infine ad abolire il limite dei due mandati per tutte le cariche istituzionali. Continuerà in questo periodo la polica di nazionalizzazione delle imprese chiave venezuelane, da quella del petrolio a quella del caffè.
Chavez ha il cancro
A metà del suo terzo mandato, a fine giugno 2011, Chavez confermera in televisione una voce che circola da tempo. Il presidente ha il cancro e si trova a Cuba, sottoposto a cure post-operatorie, dopo la rimozione di un tumore. Continuerà a fare avanti e indietro da Caracas all'Avana, tra voci che lo vogliono completamente ristabilito e ulteriori trattamenti di chemio.
A luglio 2012, pochi mesi prima delle elezioni presidenziali (che vincerà di nuovo) dirà di essersi completamente ristabilito, per poi pianificare un nuovo soggiorno cubano. A dicembre dello stesso anno sarà di nuovo operato.
Per la prima volta aprirà alla possibilità di una successione da parte del suo vice, Nicolas Maduro, in un tira e molla nel quale sarà dato per morto a fine dicembre da un ex ambasciatore panamense.Tornato in patria dopo l'ennesimo ricovero a Cuba, Chavez è stato ammesso nel Hospital Militar di Caracas a metà febbraio, con gravi problemi respiratori e un'aspettativa di vita brevissima. È morto a Caracas dopo un rapido peggioramento delle sue condizioni.
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