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"Sì al compromesso". L'Ue apre alla riforma del Patto di stabilità

"Volontà di tutti i Paesi a lavorare per un'intesa". Dall'Ecofin di Santiago, Gentiloni conferma le aperture a una riforma delle regole sul bilancio Ue, come auspicato dall'Italia

"Sì al compromesso". L'Ue apre alla riforma del Patto di stabilità
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Il "cammino di Santiago" adesso appare meno in salita. Dalla località galiziana, dove è in corso la riunione informale del consiglio Ecofin, arrivano aperture positive per l'Italia sulla riforma del Patto di stabilità. Un aggiornamento delle regole di bilancio europee è possibile e - pare - ormai vicino, come fortemente auspicato dal governo Meloni. "Ho visto una consapevolezza, un gran lavoro della presidenza spagnola e una disponibilità da parte di tutti i paesi a intensificare e ad avere un atteggiamento e una disponibilità al compromesso. Sono due cose molto positive", ha osservato stamani il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, confermando una tendenza favorevole alla revisione della governance economica dell'Ue.

Sulla riforma in questione - ha comunicato Gentiloni - l'Ecofin di Santiago ha portato a "un esito importante", con una comune volontà dei Paesi al raggiungimento di un intesa. "Per la Commissione questo è esito positivo"; ha rimarcato il commissario ed ex premier italiano, lasciando quindi intendere un atteggiamento favorevole anche da parte delle istituzioni Ue. "La nostra proposta è aperta alle modifiche che decideranno gli Stati membri, ma bisogna che, se ci sono delle correzioni, vadano nella direzione di non cambiare l'equilibrio che c'è nella nostra proposta", ha aggiunto Gentiloni. In altri ternimi, ha argomentato lo stesso commissario europeo, "non possiamo modificare in modo che va soltanto in una direzione una proposta che deve comunque tenere insieme l’obiettivo della stabilità finanziaria e l’obiettivo di promuovere gli investimenti e la crescita in un contesto di rallentamento dell’economia".

L'apertura arrivata da Santiago de Compostela è però fondamentale e va nella direzione richiesta anche dal nostro governo. Tramite i ministri Giorgetti e Fitto, l'Italia aveva infatti caldeggiato una riforma delle stringenti regole di bilancio Ue, sospese nel periodo più intenso del Covid e pronte a tornare in vigore dal primo gennaio 2024. A remare nella stessa direzione auspicata da Giorgia Meloni e dal suo esecutivo era stata nelle scorse ore anche Nadia Calvino, ministro dell’Economia della Spagna, Paese di turno alla presidenza Ue. "Ora è giunto il momento di iniziare a lavorare per un compromesso. Si dovrà trovare necessariamente il giusto equilibrio tra la necessità di perseguire percorsi sostenibili di riduzione del debito garantendo al tempo stesso lo spazio fiscale necessario per gli investimenti necessari e gli incentivi strutturali", aveva detto l'esponente del governo spagnolo. Tra i Paesi più scettici al cambiamento, invece, la Germania, capofila dei rigoristi.

Ebbene, dall'incontro di Santiago è emersa la volontà di intensificar il lavoro per raggiungere un'intesa di revisione. Parlando con i cronisti, Gentiloni ha anche confermato - al netto di alcune frizioni registrate nei giorni scorsi con Salvini - di aver parlato "molto e spesso" con il ministro dell'economia italiano, Giancarlo Giorgetti, uno dei promotori più convinti della riforma al patto di Stabilità.

Ora la partita si giocherà proprio su quel "compromesso" chiesto dalle autorità europee. L'obiettivo è arrivare a una "discussione in ottobre" per "risolvere tutte le restanti questioni tecniche a novembre" e avere la riforma in vigore dal primo gennaio 2024.

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