
A metà aprile le pagine social di Palantir Technologies rilanciano una singolare campagna del colosso di Denver; «skip the debt, skip the indoctrination», evita il debito, evita l'indottrinamento, comunica la società rivolgendosi a giovani studenti freschi di diploma. Il colosso del Tech ha elaborato un progetto di tirocinio che si svolgerà nell'autunno del 2025 nella sede di New York e che prevede uno stipendio di oltre 5mila dollari su base mensile e con proposta di assunzione finale in base alla performance. Pensato per quegli studenti che vorrebbero mettersi alla prova con l'università ma che, del pari, sono spaventati sia dal costo degli studi e dai processi di selezione, ritenuti opachi, sia dal clima che negli ultimi anni ha contraddistinto i campus più prestigiosi, trasformati in madrase del pensiero woke e che spesso hanno fatto registrare la saldatura tra politicamente corretto e jihadismo radical chic, specie dopo il massacro del 7 ottobre 2023. Il progetto presenta una forte connotazione ideologica e filosofica, cara a Alexander Karp, CEO di Palantir, il quale l'ha messa nera su bianco nel suo volume La Repubblica tecnologica che nel corso del 2025 sarà pubblicato in Italia da Silvio Berlusconi Editore e che rappresenta una lettura imprescindibile per chiunque voglia davvero confrontarsi con le nuove latitudini del potere americano.
Secondo Karp, dottorato in sociologia a Francoforte dopo aver studiato con Habermas e Karola Brede, una tesi sulla latenza della pulsione di morte e sui nessi inter-soggettivi relazionali che innescherebbero scoppi di distruzione, con ampi riferimenti al pensiero di Parsons, Adorno, Freud, Girard, l'Occidente è preda di una stagnazione spirituale e culturale che sta cristallizzando la vocazione all'innovazione. La stessa Silicon Valley, aggiunge Karp, indugia ombelicalmente in una dimensione meramente consumeristica. Le Università più che antidoto alla crisi sono rifluite a tempio in rovina di una religione defunta, dentro cui la sovra-ideologizzazione produce adepti di un culto anti-occidentale. Per questo, Palantir preferisce selezionare, ricorrendo a merito e eccellenza negli studi, le menti migliori, pagarle, far loro assaporare l'immersione in un contesto stimolante quale è quello della società di Denver. D'altronde l'espressione «laurea di Palantir» circola da molto tempo tra gli addetti ai lavori, utilizzata dallo stesso Karp a indicare quanto una esperienza lavorativa tra i ranghi del gigante di analisi dei dati sia trasformativa e rivoluzionaria per chiunque l'abbia sperimentata. A dire il vero, due mesi prima, nel febbraio 2025, anche Anduril Industries ha lanciato un progetto simile, contraddistinto dallo slogan «Non lavorare per Anduril» e che ha visto l'apertura di un sito web apposito: sin dal nome scelto per la campagna e dalla grafica utilizzata, appare evidente come Anduril faccia leva sul fallace e ipocrita pacifismo della Silicon Valley e dei campus universitari, per distanziarsene sarcasticamente. Non può stupire considerando che l'amministratore delegato di Anduril, Palmer Luckey, è stato educato in modalità home schooling, una delle forme alternative di educazione più care a chiunque negli Usa non nutra particolare fiducia per le istituzioni scolastiche. D'altronde è noto come Trump, di sponda con il D.O.G.E. di Elon Musk, stia tentando di chiudere il Dipartimento dell'istruzione, per riportare le funzioni educative dal livello federale a quello statale. La radicale sfiducia per il sistema di istruzione pubblica è d'altronde un tratto comune ai nuovi apparati tecno-industriali che si sono coagulati attorno Trump e la sua amministrazione: lo stesso Vicepresidente J.D. Vance, che ha lavorato a lungo nel venture capital della Silicon Valley, all'ombra di Peter Thiel, in Mithril Capital, ha espresso simili posizioni nel suo best-seller Elegia americana. Le pagine che Vance dedica alla scuola pubblica sono tutte declinate in chiave di pericolo di indottrinamento e di insegnanti che spesso sembrano più dei militanti politici che non davvero dei docenti.
Alla radice di tutto, tanto delle società fino ad ora citate quanto di simili iniziative, c'è Peter Thiel. Nel 2010, infatti, il miliardario di origini tedesche attraverso la sua fondazione ha creato il progetto «Thiel Fellowship», anche noto come «20 under 20»: una offerta di 100mila dollari a ciascuno di 20 studenti di età inferiore ai 20 anni, selezionati all'esito di un colloquio svolto direttamente con Thiel, per permettere loro di realizzare idee innovative a condizione dell'abbandono degli studi universitari. Questi colloqui sono descritti in maniera efficace da George Packer nel suo I frantumi dell'America: per Thiel una idea deve essere pragmaticamente dirompente e realmente capace di trasformare la società e il mondo. Come nel caso di Andrew Hsu, il quale voleva realizzare una start-up di videogiochi educativi per sconvolgere il settore dei giochi digitali. Ne nacque una discussione con Thiel, il quale era convinto che l'aggettivo educativo avrebbe conferito quasi una aura da organizzazione di carità, attirando sfaticati; Hsu, che era perfettamente sintonizzato con Thiel, replicò che quello sarebbe stato il fine ma che l'aggettivo educativo non sarebbe mai stato usato, perché la start-up avrebbe nutrito come scopo principale il profitto e l'innovazione. A Hsu Thiel assegnò i 100mila dollari.
D'altronde, Thiel lo aveva già scritto nel suo The Straussian Moment, pubblicato in una antologia realizzata in onore di Girard, nel 2007: la scomparsa dei grandi interrogativi filosofici, della curiosità, della vocazione all'innovazione radicale, sta condannando l'Occidente al crepuscolo, sotto il maglio della
stagnazione culturale e dell'avanzata dei nemici dell'Occidente stesso. Idee queste che oggi Alexander Karp e la sua Palantir riprendono e attuano.Non sarebbe male che anche in Italia se ne iniziasse a parlare, seriamente.
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