Infarti colpa anche di un’infezione? La scoperta finlandese

Una scoperta scientifica apre la strada a nuovi trattamenti e prevenzione sugli infarti del miocardio che non sono derivati soltanto dalle placche di aterosclerosi: qual è il ruolo dei batteri e cosa accade

Infarti colpa anche di un’infezione? La scoperta finlandese
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Le cause principali degli infarti sono dovute all'accumulo e formazione di placche di grasso e colesterolo nelle coronarie (aterosclerosi) che ostruiscono il normale afflusso sanguigno. Adesso, però, sono state scoperte sostanziali novità sull'insorgenza di questa pericolosa patologia visto che l'infarto miocardico può essere scatenato anche da una malattia infettiva.

La scoperta

Ne parla uno studio pionieristico condotto da ricercatori finlandesi e britannici con una nuova sfida sulle convenzionali conoscenze aprendo nuove strade per il trattamento, la diagnosi e anche per lo sviluppo di vaccini. Il lavoro portato avanti dall'Università di Tampere e quella di Oxford è pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the American Heart Association. Gli studiosi hanno visto che, con metodologie altamente avanzate, le placche della malattia coronarica e contenenti colesterolo possono ospitare un biofilm (comunità formata da microrganismi come batteri, funghi e virus) gelatinoso e asintomatico formatosi dai batteri nel corso di anni o addirittura decenni.

Il ruolo dei batteri

"I batteri dormienti all'interno del biofilm rimangono protetti sia dal sistema immunitario del paziente sia dagli antibiotici, perché non riescono a penetrare la matrice del biofilm", spiegano gli esperti. Nel corso della vita, poi, a causa di una normale infezione virale o un altro fattore scatenante esterno il biofilm può improvvisamente attivarsi provocando la proliferazione dei batteri e una risposta infiammatoria. Quest'ultima diventerebbe la causa della rottura della placca formando, di conseguenza, la formazione di trombi e l'infarto del miocardio. Nel caso specifico, tra i batteri più presenti rilevati è stato rilevato il Dna dello streptococco del gruppo viridans orale presente nel 42,1% delle placche coronariche e nel 42,9% delle endoarterectomie.

La spiegazione degli scienziati

"Il coinvolgimento batterico nella malattia coronarica è stato a lungo sospettato, ma mancavano prove dirette e convincenti. Il nostro studio ha dimostrato la presenza di materiale genetico – Dna – di diversi batteri orali all'interno delle placche aterosclerotiche", ha spiegato il professor Pekka Karhunen dell'Università di Tampere che tramite le pagine universitarie ha ulteriorimente spiegato il meccanismo in grado di innescare gli infarti. "I risultati sono stati convalidati sviluppando un anticorpo mirato ai batteri scoperti che ha rivelato inaspettatamente la presenza di strutture di biofilm nel tessuto arterioso. I batteri rilasciati dal biofilm sono stati osservati in casi di infarto del miocardio. Il sistema immunitario dell'organismo aveva risposto a questi batteri, innescando un'infiammazione che aveva causato la rottura della placca carica di colesterolo".

Quale futuro

Queste nuove evidenze scientifiche aprono nuovi orizzonti verso la realizzazione di terapie mirate per l'infarto del miocardio oltre a promuovere la possibilità di prevenire la coronaropatia e gli infarti del miocardio tramite la vaccinazione.

Nel corso dello studio sono stati prelevati campioni di tessuto da individui deceduti a causa di morte cardiaca improvvisa e pazienti con aterosclerosi che si erano sottoposti a interventi chirurgici per la pulizia delle arterie.

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