Farmaci e terapie

L'aspirina protegge dal cancro al colon? I risultati dello studio

Un'importante scoperta può cambiare il modo di contrastare il cancro al colon-retto: l'aspirina avrebbe effetti benefici grazie all'attivazione di un gene, ecco di cosa si tratta e la spiegazione degli studiosi

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È una ricerca tutta italiana quella che ha dimostrato l'efficacia dell'acido acetilsalicilico, ossia la comune aspirina, per contrastare il tumore del colon-retto. Lo studio multicentrico chiamato "Immunoreact 7" è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Cancer con un titolo già molto chiaro che poi verrà spiegato passo dopo passo dagli studiosi: "L'uso regolare di aspirina è associato all'attivazione della sorveglianza immunitaria nel cancro del colon-retto".

Lo studio

Lo studio, che ha coinvolto ben 14 gruppi di ricerca italiani ha analizzato vari gruppi di pazienti: il primo ha preso in esame i risultati di ammalati a questo tipo di tumore curati presso l'Unità di Chirurgia Generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova dal 2015 al 2019. Gli altri due gruppi, invece, hanno preso parte al progetto "Immunoreact 1" dove vengono studiati pazienti che hanno un tumore rettale nelle prime fasi e per le quali si conoscevano già le funzioni dell'aspirina. Grazie a dei campioni ottenuti dai pazienti è stata vista la risposta immunitaria in coloro i quali assumevano l'aspirina e sono stati effettuati anche esperimenti con animali di laboratorio.

L'effetto dell'aspirina

"Abbiamo ulteriormente studiato il microambiente immunitario della mucosa sana che circonda il cancro del colon-retto in campioni ottenuti da un ampio sottogruppo di pazienti che ha partecipato al progetto multicentrico Immunoreact in rapporto alla assunzione cronica di acido acetilsalicilico", ha spiegato il prof. Marco Scarpa, coordinatore della ricerca e professore del Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova. Rispetto ai pazienti che non hanno assunto il farmaco, coloro che ne facevano un uso quotidiano hanno visto una netta riduzione del tumore e un'ottima risposta immunitaria nella neoplasia.

Questa risposta è stata modulata dalla proteina Cd80 che agisce sia sulle cellule B ma anche sui linfociti T, fondamentali per un'appropriata risposta immunitaria e una maggiore difesa per le cellule sane all'interno del colon-retto. Il team si è infatti accorto che nei pazienti con questo cancro, chi assumeva l'aspirina aveva maggiori livelli di Cd80 nell'area sana, da qui l'associazione con una maggiore barriera difensiva del farmaco.

"I nostri dati - sottolinea Scarpa - mostrano che il trattamento con acido acetilsalicilico può far aumentare l’espressione di Cd80, migliorando la capacità delle cellule di cancro del colon-retto di presentare attivamente i propri antigeni tumorali ai linfociti T. Questi ultimi sono le cellule delle nostre difese deputate, tra le altre cose, ad eliminare le cellule cancerose, una volta riconosciuti i loro specifici antigeni".

Cosa accadrà adesso

È ancora presto per dire che l'aspirina verrà prescritta a tutti i malati con questo tumore ma senz'altro è un importante passo in avanti alla scoperta di certi meccanismi e, soprattutto, come disinnescare il proliferare di cellule malate nel colon-retto. Lo studio, come in tanti casi, presenta ancora dei limiti: gli autori hanno sottolineato "la mancanza di informazioni sulla durata dell'assunzione dell'aspirina e la natura autoriferita dei dati". In un'intervista, Scarpa ha spiegato che sono già noti i più importanti effetti collaterali dell'aspirina che vanno bilanciati con i potenziali benefici. "Riteniamo che si debbano attendere i risultati di altri studi, come lo studio NeoAspMet sull'uso di aspirina e metformina nella terapia neoadiuvante del tumore del retto, prima di proporre formalmente una nuova indicazione per la terapia con aspirina", ha concluso.

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