Cronaca locale

Al Festival Babel di Bellinzona gli scrittori incontrano i traduttori

Quell’orso di Vladimir Nabokov non era un fan dei festival letterari, ma quattro passi (di fretta) al Babel Festival oggi li avrebbe fatti volentieri. Sarebbe sceso - con la fedela moglie Vera alla guida - lungo le incantevoli strade che da Montreux portano a Bellinzona e avrebbe ascoltato sornionamente traduttori di chiara fama discutere di varie pignolerie riguardo a certe (impossibili?) trasfigurazioni letterarie dalla lingua di Puskin verso l’italiano. «L’idea di Babel - ci racconta il direttore artistico Vanni Bianconi - è nata sette anni fa, quando ci siamo accorti che la formula del festival poteva sostituirsi con profitto alla televisione riguardo al parlare insieme, dal vivo e tra appassionati, di libri e letteratura. Abbiamo così scelto di concentrarci su un aspetto fecondo che l’editoria mette sovente in ombra: la traduzione. Nel 2006, la prima edizione, abbiamo invitato alcuni scrittori ungheresi e i loro traduttori. Nel 2007 è stata la volta dei balcani, un crogiuolo di lingue e culture, e della “jugonostalgia”. L’anno scorso abbiamo portato in Svizzera gli “Inglesi Uniti d’America”, scrittori che vivono negli Stati Uniti ma che provengono da altre culture: Walcott, Kincaid, Ghosh...» E quest’anno sarà la volta della Russia, a vent’anni dalla caduta del muro di Berlino. Da oggi fino a domenica, per le vie di Bellinzona, sul palcoscenico del teatrino ottocentesco della città e in altri luoghi evocativi, Ljudmila Ulickaja, Mikhail Shishkin, Nicolai Lilin, Anna Starobinec, Mikhail Aizenberg, Serena Vitale, Elena Kostioukovitch, Fabio Pusterla, Ruben Gallego e numerosi altri «tradotti e traduttori» leggeranno pagine originali e pagine in versione e ci disquisiranno sopra col pubblico. «Sono letture prive di interpretazione attoriale - spiega Bianconi - le abbiamo volute così per favorire la meditazione sulle parole. Sembra impossibile, ma quando uno scrittore o un traduttore iniziano un loro incontro col pubblico partendo da un dettaglio o da una considerazione specialistica, gli ascoltatori hanno subito davanti un quadro più ampio dell’opera e del lavoro letterario che non se si partisse dai massimi sistemi». Allestito all’interno di una tenda dalla forma di un’enorme molecola di Lsd ci sarà un bar, mentre film e concerti (tutto il programma su babelfestival.

com) mostreranno come si possono «tradurre» le opere letterarie da un linguaggio artistico all’altro, dalle sillabe alle note, dalla pagina allo schermo, gettando il cuore oltre la parola.

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