Cronaca locale

«Una fiaccolata contro il degrado»

«Arrabbiato? No, molto peggio: impotente. I cittadini mi chiedono soluzioni che non riesco a trovare. E chi mi preoccupa maggiormente sono le donne. L’altra sera, quando ho notato il tipo di sguardo indirizzato da un gruppo di romeni a una ragazza che aspettava l’autobus, ho fermato la macchina e ho atteso che arrivasse il mezzo e lei ci salisse. Mi creda: negli ultimi otto mesi qui siamo tornati indietro di 10 anni. Allora c’erano gli albanesi, adesso ci sono i rom. Ne arrivano di continuo».
Dalle parole di Francesco Calabrese, 60enne presidente dell’Associazione commercianti e cittadini del Vigentino, si capisce che sono tanti i motivi per cui i residenti di questa grandissima fetta di città (metà della zona 5, cioè tutta l’area che, fino al confine con Opera, gravita intorno all’interminabile via Ripamonti, insieme al nuovo quartiere De Angeli) scenderanno in strada lunedì 19 marzo, alle 18.30, per una fiaccolata tutta loro contro il degrado. Qualcuno dirà che una manifestazione che si tiene solo una settimana prima di quella indetta per il giorno 26 dal sindaco Letizia Moratti non ha senso. Ma i residenti di questa zona - dove non passa notte senza un furto - il senso l’hanno trovato. «Alla nostra manifestazione non vogliamo le istituzioni, ma la gente. - spiega Calabrese - Solo dopo la fiaccolata una delegazione è attesa a palazzo Marino, ma prima sfileranno le persone. Le tre coppiette che la notte dell’eclissi, sabato 3 marzo, nei campi di via Vaiano Valle, sono state spaventate, malmenate e rapinate dai romeni. I proprietari del negozio di telefonia e dell’agenzia immobiliare rapinate nella stessa settimana in via Val di Sole; quelli del bar tabacchi di via Broni, derubato due volte in due mesi o del locale di via Chopin, distrutto da una spaccata che ha provocato migliaia di euro di danni. La stessa sorte toccata al ristorante “Il Mago” e al negozio “Fotomagia” di via Ripamonti. La mattina si trovano la saracinesca forzata e i locali vuoti: mancano computer, denaro, cibo. Del resto i rom non lavorano e devono pur vivere...».
Passiamo accanto alla gioielleria «Maiocchi». Qui, il 13 aprile 2004, Giuseppe e Rocco, padre e figlio, avevano reagito alla rapina nel loro negozio sparando contro i due giovani malviventi che fuggivano senza refurtiva. Rocco Maiocchi uccise Mihailo Markovic, 21enne originario del Montenegro. E, sempre con una fiaccolata, nei giorni successivi alla rapina l'intero quartiere Vigentino si era schierato a favore dei due orefici.
«Sa, qui c’è da mettersi davvero le mani nei capelli. - assicura Carmela Torrano, titolare del «Wine Bar» di via Ripamonti 194, cinque furti in un anno e mezzo - Prima gestivo un bar in Porta Romana. Non è lontanissimo, ma sembra un altro mondo: mai avuto problemi.

In questo bar, invece, ho dovuto mettere la porta blindata, murare completamente un’entrata e, dopo l’ultimo furto, ho dormito anche nel bar».

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