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Filippine, liberato un ostaggio di Abu Sayyaf

Liberata la cooperante della Croce Rossa Mary Jean Lacaba. Restano nelle mani dei ribelli islamici l'italiano Vagni e lo svizzero Notter. La Farnesina: "No ad azioni di forza"

Filippine, liberato un ostaggio di Abu Sayyaf

Manila - È stata liberata Mary Jean Lacaba, uno dei tre ostaggi della Croce rossa internazionale rapiti il 15 gennaio nelle Filippine da un gruppo islamico legato ad Abu Sayyaf. Lo riferisce l’emittente filippina GMANews. Resterebbero così nelle mani dei sequestratori l’italiano Eugenio Vagni e lo svizzero Andreas Notter. Il ministro della Difesa delle Filippine conferma la notizia. Secondo una radio locale l’ostaggio sarebbe stato tratto in salvo dall’esercito e si trova ora sotto la custodia delle autorità locali. L’avvenuta liberazione di Mary Jean Lacaba è stata resa nota dal generale Nelson Allaga, comandante dell’area occidentale di Mindanao. La donna è stata liberata nella cittadina di Indanan, nella provincia di Sulu, grazie a una operazione condotta da una task force della Croce rossa internazionale. La Cicr ha confermato all’ambasciata d’Italia a Manila che l’ostaggio liberato è la donna filippina.

Le prime immagini Una televisione locale, la GMA, ha mostrato le immagini di Mary Jean Lacaba, l’infermiera filippina 37enne liberata dagli estremisti di Abu Sayyaf. La donna era su una sedie a rotelle, ma sembrava in buone condizioni di salute. Ignota la sorte degli altri ostaggi, tra cui l’italiano Eugenio Vagni, ancora in mano al gruppo di radicali islamici. La volontaria rilasciata ha confermato che gli altri due ostaggi ancora sotto sequestro, Notter e Vagni, sono vivi. Lo ha riferito il portavoce della Croce rossa dalla sede di Ginevra. Nel confermare la liberazione della Lacaba, il portavoce ha anche riferito che "la donna è in buona salute, ma stanca. Restiamo tuttavia preoccupati per la sorte degli altri due ostaggi" ha aggiunto il portavoce del Cicr.

Contatti con i rapitori Il governatore della provincia di Sulu, Abdusakur Tan, ha detto che dopo il ridispiegamento delle truppe nella zona dell’isola di Jolo, i rapitori sono in fuga con i loro ostaggi, che hanno a più riprese minacciato di decapitare. Tan ha dichiarato lo stato di emergenza nell’isola e poi ha aggiunto di avere informazioni sul fatto che gli ostaggi sono vivi, ma di non avere alcuna prova che lo confermi. I tre ostaggi, l’italiano Eugenio Vagni, lo svizero Andreas Notter e la filippina Mary Jean Lacaba sono stati sequestrati il 15 gennaio dopo la visita a un cantiere di potabilizzazione idrica gestito dalla Croce Rossa.

Frattini fiducioso "Ci viene detto dal governatore dell’isola di Jolo (nel sud delle Filippine, ndr) che gli ostaggi sono vivi" spiega Franco Frattini assicurando di voler mantenere il silenzio stampa. Il ministro degli Esteri ricorda che l’ultimatum dei rapitori è "scaduto" e assicura che il governo italiano mantiene una "rete costante di collegamento con i negoziatori della Croce Rossa, con cui - sottolinea - non bisogna interferire". Oltre a questo collegamento, il ministero degli Esteri si aggiorna costantemente "con la famiglia del connazionale, nonché con i ministeri degli Esteri di Svizzera e Filippine", nazionalità degli altri due ostaggi. "Applico a me stesso il silenzio stampa" ribadisce il capo della diplomazia.

"Abbiamo ripetuto - conclude - un forte appello italiano a evitare azioni di forza da parte delle autorità delle Filippine".

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