Le Fiamme gialle hanno scoperto 200 lavoratori che lavoravano in nero. «Assunti» da una cooperativa di Mazzo di Rho che risultava avere la sua sede in un condominio del quartiere Parioli a Roma di fatto abitato solo da famiglie. In realtà la connessione con Roma era tutta falsa; la cooperativa, nella Capitale, non solo non aveva neppure un ufficio, ma nemmeno un collaboratore o un commercialista. Durante la perquisizione dei veri uffici della società a Rho, i militari della locale compagnia della Guardia di finanza hanno sequestrato diversi documenti che hanno consentito di ricostruire la reale gestione societaria. Dall’incartamento è emerso che la cooperativa non solo non ha operato in ossequio al principio mutualistico di questo tipo di società, ma nell’arco di due anni ha anche distribuito ai 200 operai 362mila euro di retribuzioni mai dichiarate, che hanno generato un mancato introito da parte del fisco di circa 100mila euro di ritenute.
L’amministratore di fatto della cooperativa e i vari prestanome che si sono avvicendati nel tempo ai vertici della società sono stati denunciati alla Procura di Milano e segnalati all’Ispettorato del lavoro. Anche i lavoratori irregolari, avendo ricevuto proventi in nero, hanno potuto beneficiare di agevolazioni compatibili con la propria situazione economica, sono stati segnalati agli enti elargitori per il recupero dei contributi percepiti illecitamente.
«Questa cooperativa è stata aperta nel 2006 - spiegano le Fiamme gialle di Rho - ed è rimasta inattiva fino al 2008. Non è il primo caso di questo genere naturalmente: queste associazioni rimangono aperte un po’di tempo, fanno danni all’erario e poi chiudono improvvisamente». Questa volta non hanno fatto in tempo.
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