Finanza sostenibile

Anche la Bce punterà sulla finanza sostenibile

La Bce incorporerà gli obiettivi climatici nella sua politica di investimento. Ma i nodi da sciogliere per rendere operativa questa scelta non sono pochi

La politica monetaria "sostenibile" della Bce e le sue sfide

Il campo della finanza sostenibile europea avrà una svolta ulteriore a partire dalle prossime settimane dato che ad ottobre la Banca Centrale Europea (Bce) darà il via all’integrazione ufficiale della politica climatica nella propria politica monetaria. Questo prevederà una svolta crescente verso la trasparenza sul fronte della valorizzazione degli obiettivi Esg e dell'integrazione dello sviluppo sostenibile nelle priorità dell'Eurotower, investendo non solo i programmi di acquisto di obbligazioni societarie, ma anche le politiche di divulgazione, la valutazione del rischio e il quadro delle garanzie della banca. A luglio la Bce ha posto in essere l'ufficializzazione del piano che prevede pacchetti di misure da riesaminare periodicamente per verificarne l'idoneità allo scopo e in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi e gli obiettivi di neutralità climatica dell'Ue, ultimamente potenziati col piano Fit for 55. Il tutto in ottemperanza sia del piano climatico annunciato dalla Bce nel luglio 2021 sia della roadmap preparata dall'istituzione guidata da Christine Lagarde.

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea nella riunione di luglio ha deciso di proposto pacchetti di misure volte ad adeguare le politiche dell'Eurotower sugli acquisti di obbligazioni societarie da includere nei portafogli di politica monetaria dell'Eurosistema a requisiti sempre più ambiziosi di informativa sul clima e di migliorare le sue pratiche di gestione del rischio. Tali misure mirano a incorporare sempre di più il rischio finanziario legato al clima nel bilancio dell'Eurosistema e a fare della Bce un "polmone" finanziario capace di sostenere la transizione verde dell'economia mantenendo il focus sulla stabilità dei prezzi e sul controllo dell'inflazione. “Nell'ambito del nostro mandato, stiamo compiendo ulteriori passi concreti per incorporare il cambiamento climatico nelle nostre operazioni di politica monetaria", ha spiegato Lagarde. "E, come parte della nostra agenda climatica in evoluzione, ci saranno più passi per allineare le nostre attività con gli obiettivi dell'accordo di Parigi".

La Bce ha deliberato che l'Eurosistema, il complesso delle banche centrali europee e della Bce stessa, aumenterà le sue partecipazioni nelle aree a minore impatto climatico e indirizzerà queste partecipazioni verso emittenti con una migliore performance climatica attraverso il reinvestimento dei cospicui rimborsi previsti nei prossimi anni, inclusi quelli che contribuiranno al nuovo scudo anti-spread deliberato da Francoforte. Le migliori prestazioni climatiche saranno misurate con riferimento a minori emissioni di gas serra, obiettivi di riduzione dell'impronta carbonica più ambiziosi e migliori informazioni sul clima. La nuova Tassonomia "verde" dell'Ue sarà, in tal senso, la guida.

Questi piani si integreranno con quelli che vari istituti, come la Banca d'Italia, stanno promuovendo autonomamente ma ovviamente andranno governati con attenzione. Anche perché mobilitare ai fini della promozione della transizione e della finanza sostenibile un'istituzione colossale come la Bce impone di risolvere problemi operativi non indifferenti. "Ridurre in modo sostenibile le emissioni di carbonio significa che i piani strategici delle aziende devono mirare a ridurre le emissioni future", ha fatto notare Erin Bigley, Head of Fixed Income Responsible Investing di AllianceBernstein, per il quale per la Bce sarà "quindi fondamentale identificare le aziende che hanno impegni climatici credibili per il lungo periodo. L'utilizzo di fonti indipendenti e di impegni trasparenti in materia di clima, come la Science Based Targets Initiative (SBTi) e la Net-Zero Banking alliance (NZBA), può aiutare a distinguere le aziende con impegni dimostrabili a lungo termine da quelle che non sono ancora disposte ad agire", ma si pone un problema di adesione formale dell'Ue a questi target di valutazione, dato che Bruxelles (e Francoforte) ancora non hanno ufficialmente avallato nelle loro analisi i dati SBTi.

La Bce dovrà trovare metodi precisi per valutare i progressi di un'azienda o un settore nel tempo, usando parametri diversi da quelli seguiti dagli investitori finanziari tradizionali che mirano all'espansione del loro mercato attraverso gli investimenti in sostenibilità. Per Bigley, inoltre, la Bce dovrà considerare il fatto che "alcune industrie che attualmente hanno emissioni elevate svolgeranno un ruolo fondamentale nel fornire future soluzioni climatiche. Ad esempio, l'industria automobilistica sta sviluppando tecnologie e prodotti per abbandonare la tecnologia dei motori a combustione interna ad alte emissioni. Alcuni fornitori del settore automobilistico hanno obiettivi climatici ambiziosi a lungo termine e impegni elevati in termini di investimenti che potrebbero essere davvero trasformativi per l'industria - e quindi richiedono un'analisi più approfondita delle strategie delle aziende rispetto a quella che può essere catturata da una singola metrica delle emissioni". Insomma, anche in questo campo serve pragmatismo. Ma l'impegno della Bce su finanza sostenibile e transizione è sicuramente degno di interesse.

Dalla misura con cui sarà declinato si potrà capire quanto la finanza istituzionale prenderà parte a un processo trasformativo già diffuso a livello di mercato.

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