Fini e Casini con il Cavaliere «È un’istigazione all’odio»

E Maroni: se Silvio fa schifo, il leader del Pdci fa schifo 3 o 4 volte tanto

da Roma

L’effetto Diliberto arriva con 24 ore di ritardo. E se mercoledì sera erano stati solo Paolo Bonaiuti e pochi esponenti di Forza Italia a prendere le difese del Cavaliere, ieri l’opposizione ha fatto quadrato. A partire da Gianfranco Fini che lo accusa di «istigazione all’odio», fino a Pier Ferdinando Casini che parla di «trovata pubblicitaria» che alimenta «il sottobosco di odio dal quale può derivare la violenza eversiva».
A usare le parole più dure è il leader di An. «È un comportamento vergognoso - attacca - perché c’è il rischio che qualche testa calda, qualche imbecille provocatore prenda alla lettera ciò che lui ha detto». Mentre Sandro Bondi si limita a poche parole. «Prodi e coloro che parlano in sua vece - dice il coordinatore di Forza Italia - stanno distruggendo l’Italia». Mentre secondo Giuseppe Pisanu «la sinistra e la Cgil non possono invocare l’unità del Paese contro il terrorismo e poi tollerare gli ignobili attacchi di Diliberto». Usa «lo stesso linguaggio» del segretario del Pdci Roberto Maroni. «Mi pare - spiega “senza offesa” il presidente dei deputati della Lega - che un leader di partito che gode di un ampio consenso democratico meriti rispetto. Tanto più che Diliberto ha una frazione infinitesimale del consenso di Berlusconi. Quindi, se Berlusconi fa schifo, Diliberto fa schifo tre o quattro volte tanto». Critiche anche da Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera. «Chi siede tra i banchi del Parlamento - dice l’esponente di An - deve mostrare maggior senso responsabilità. Il rancore di Diliberto dimostra che ancora oggi l’unico collante che riesce a tenere unita questa maggioranza di lotta e di governo è l’antiberlusconismo». Prende le distanze anche l’ex presidente della Camera Casini. «Sono attacchi talmente penosi - spiega il leader dell’Udc - che certamente Berlusconi non ha bisogno di essere difeso da me. Si tratta di un boomerang per la sinistra e di un colpo pesante per Prodi perché la dice lunga su chi ha in mano le chiavi del governo italiano».
Al coro si unisce il segretario della Nuova Dc Gianfranco Rotondi che definisce Diliberto un «cattivo maestro».

Critici anche gli azzurri Enrico La Loggia («parole incoscienti che istigano a delinquere»), Francesco Giro («insulti carichi di odio razzista»), Angelo Sanza («l’uscita di Diliberto mi fa schifo»), Antonio Leone («un’aggressione intollerante») e la neovicecapogruppo alla Camera Isabella Bertolini (parole «incivili»). Mentre Antonio Tajani, presidente degli eurodeputati di Forza Italia, chiede a Prodi di avere «il coraggio di prendere le distanze».

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