Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni non esclude che qualche errore possa essere stato commesso all'interno del Pdl nella raccolta delle firme per le elezioni regionali, ma chiede che venga spiegato. "E' possibile - ha spiegato Formigoni - però ci devono dire quale errore è stato fatto e sulla base di che cosa è un errore. Invece nella sentenza di ieri è scritto in due righe che 500 firme non sono valide. Sulla base di che cosa? di quale timbro mancante? Di quale orpello? Anche perché noi potremmo dedurre che il timbro mancante non è necessario, che non c'é il timbro del comune ma quello del sindaco che è il legale rappresentanté. "Noi - ha concluso - siamo arciconvinti della perfetta validità di tutte le firme, se loro obiettano che alcune non sono valide ci spieghino il perché e non si limitino a sentenziare dall'alto. Ma sono convinto che il Tar sostituirà a tutti questi pasticci che sono stati fatti contro di noi la correttezza della nostra lista".
"Presenteremo due ricorsi al Tar, uno della lista e uno mio in quanto principale interessato a questa vicenda", ha annunciato Formigoni. "Chiediamo al Tar una sentenza che sospenda la validità della decisione della Corte d'Appello perché manifestamente infondata. Le nostre firme ad un ennesimo riesame sono tutte regolari ai sensi delle decisioni del Consiglio di Stato. La Corte d'Appello non avrebbe dovuto ignorare il Consiglio di Stato invece lo ha fattò. "Siccome - ha aggiunto - noi siamo per la legalità chiediamo che il controllo venga fatto su tutte le firme a sostegno di tutte le liste e di tutti i listini presentati. Una grande operazione trasparenza perché siamo i primi sostenitori della legalità". "I miei rappresentanti - ha concluso - stanno controllando da questa mattina tutte le firme presentate a sostegno delle altre liste e quando avremo i risultati li renderemo pubblici".
Formigoni ritiene che la strada principale da percorrere per la riammissione delle liste del centrodestra sia quella giuridica anche se è convinto che possa essere utile anche la strada politica. "Noi - ha spiegato Formigoni - stiamo percorrendo la soluzione giuridica perché siamo certi del pieno nostro diritto e della nostra ragione. Dopodiché sappiamo bene che il governo e le forze politiche stanno ragionando anche attorno ad altri strumenti per difendere il diritto alla democrazia". "La via politica - ha aggiunto - è utile purché si restituisca al cittadino il diritto di scegliere. Che elezioni sarebbero se gli elettori della Lombardia non trovassero sulla scheda le liste a cui hanno dato il voto al 60 e 65% per quindici anni? Non sarebbero elezioni nella pienezza della loro sostanza".
Il motivo è chiaro, ed è legato proprio al diritto di voto e scelta da parte del corpo elettorale. "C'é un problema di sostanza democratica perché le elezioni devono potere vedere schierati al via tutti i partiti, almeno i principali. Senza il partito principale sarebbero elezioni nonche, sarebbe un vulnus inaccettabile per la democrazia". "E' chiaro - ha aggiunto - che si sta cercando di togliere il diritto di voto a 15 milioni di cittadini: 10 milioni in Lombardia e 5 nel Lazio che rischiano di non trovare i loro principali rappresentanti".
Formigoni lancia anche attraverso internet l'appello ai suoi sostenitori affinché protestino direttamente con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano contro la decisione della Corte d'appello di Milano di escludere il presidente uscente e le liste a lui collegate dalle prossime elezioni regionali lombarde. "Via all'offensiva della legalità.
Inviamo fax al capo dello Stato", è il messaggio che appare in evidenza sul sito ufficiale di Formigoni, che lancia l'appello anche attraverso la sua pagina di Facebook, che conta circa 3 mila iscritti: "Facciamo sentire la nostra voce in modo rapido e civile affinché in Lombardia il popolo non sia privato del diritto di poter scegliere. Mandiamo un fax al capo dello Stato". Seguono prefisso e numero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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