Cronaca locale

Foto e sculture per un’Africa a fin di bene

Alla Fabbrica del Vapore dieci giovani artisti raccontano con i loro lavori il Continente nero

Roberto Zadik

Da sempre l'Africa ci affascina con i suoi paesaggi e i suoi misteri. L'irresistibile magnetismo di questo continente ha «stregato» anche dieci giovani artisti italiani e stranieri che ne hanno rappresentato atmosfere e contraddizioni nella mostra «Milano Africa», in corso fino al 6 gennaio, alla «Fabbrica del Vapore» di via Procaccini 4.
Un'esposizione, a ingresso libero, organizzata dall'Associazione Vita Comunicazione con il contributo del Settore Giovani del Comune e aperta dal martedì al sabato (10-18) e la domenica fino alle 23, ad esclusione del 25 dicembre e dell'1 gennaio. Vero e proprio tributo a una terra ancora oggi tutta da scoprire e troppo spesso famosa solo per le guerre e le carestie che la lacerano, l'iniziativa comprende opere di ogni genere. Dalla pittura alla scultura alla fotografia nessuna forma d'arte è stata tralasciata. E gran parte dei lavori è stata realizzata da autori emergenti della scena milanese. Come il giovanissimo Matteo Negri autore, a soli 23 anni, di varie creazioni tra cui l' installazione in ceramica «Mimesi» composta da cinque sculture assemblate in una struttura compatta e unitaria. Tra i talenti meneghini tanti pittori. È il caso di Alessandro Spadari, 36 anni, figlio d'arte e pittore raffinato e colto che, con il suo quadro «Africa», ha voluto «riprodurre le sfumature della Savana» utilizzando il bianco, il rosso e il nero e di Roberta Savelli che, in questi anni, si è aggiudicata una serie di riconoscimenti. Da segnalare, inoltre, il 40enne, originario di Bollate, Francesco Toniutti con «Jump» un dipinto nato, come tutti gli altri suoi quadri, da immagini da lui scattate o tratte da riviste e quotidiani.
Tutti gli artisti della mostra si sono ispirati a un grande talento dell'arte contemporanea africana. Si tratta della senegalese Seni Camara, presente alla «Fabbrica» con una serie di installazioni realizzate in legno. Opere di grande originalità, con le quali ha interpretato in maniera del tutto innovativa le tradizioni del Senegal raffigurando, a grandezza naturale, imponenti donne arcaiche. Un totale di dieci totem esposti in un'apposita sezione a lei dedicata. Ma le novità non si limitano a questo e la rassegna, curata dalla giornalista e critica d'arte Marina Mojana, include tante altre sorprese e tematiche. Alcuni esempi? Le suggestioni oniriche del pittore romano Luca Padroni argomento ricorrente della sua produzione e del quadro «Fuga», il video «La mia Africa immaginaria» girato dalla fotografa francese Sabine Delafon e il filmato «Digitale demoiselle d'Avignon» dello spagnolo Manuel Almagro Bonmatì che attualmente vive e lavora a Monaco di Baviera. Tante idee e tendenze culturali e artistiche, dunque, in una manifestazione che unisce arte e solidarietà.


Quanto esposto sarà messo in vendita e il 50 per cento del ricavato verrà devoluto a favore dei progetti dell'associazione umanitaria CESVI, organizzazione non governativa attiva soprattutto in Senegal.

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