Cronache

Il porto di Genova conquista l’autonomia finanziaria

Il porto di Genova conquista  l’autonomia finanziaria

«Merita un sincero e convinto apprezzamento il decreto appena approvato dal governo per favorire lo sviluppo economico e la crescita: esso darà sicuramente un significativo impulso alla ripresa degli investimenti nel comparto delle infrastrutture»: non nasconde la soddisfazione, il senatore del Pdl Luigi Grillo, presidente della Commissione Infrastrutture di Palazzo Madama, che da anni - in particolare dal 2008 - ha elaborato in dettaglio il progetto per attribuire autonomia finanziaria ai porti italiani, ora inserito nel decreto sulle misure di crescita del Paese.
Spiega in proposito Grillo: «Il trattamento fiscale per il Project Bond omogeneo ai titoli di Stato, la defiscalizzazione come strumento per il finanziamento delle infrastrutture strategiche, i miglioramenti normativi per rendere il Project Financing sempre più attrattivo nei confronti delle iniziative avviate dai privati, il pacchetto di modifiche riguardanti l’edilizia, il piano nazionale per le città, e soprattutto l’autonomia finanziaria per le Autorità portuali sono scelte che testimoniano una forte volontà politica dell’esecutivo. Dopo parecchi anni di battaglia in Parlamento - aggiunge il senatore del Pdl - per richiamare l’attenzione sul ruolo strategico degli scali italiani e sul potenziale dell’economia marittima, occorre dare atto al ministro Passera e al viceministro Ciaccia dell’impegno per rendere operativa una norma che promuoverà cospicui investimenti nel settore della portualità, consentendo al nostro Paese di divenire la piattaforma logistica più importante del Mediterraneo».
Per quanto riguarda, in particolare, l’autonomia finanziaria dei porti e il finanziamento della realizzazione di opere portuali, il decreto stabilisce che venga «istituito un fondo per il finanziamento degli interventi di adeguamento dei porti alimentato su base annua, nel limite di 70 milioni di euro annui, in misura pari all'1 per cento dell'Iva e delle accise riscosse nei porti e negli interporti rientranti nelle circoscrizioni territoriali delle Autorità portuali. Il fondo - specifica ancora il decreto - è ripartito, attribuendo a ciascun porto l'80 per cento della quota delle riscossioni dell'imposta sul valore aggiunto e delle relative accise e ripartendo il restante 20 per cento tra gli scali». Il provvedimento, infine, apre anche la strada per la riforma generale della portualità che - prosegue sempre Grillo - sarà «varata entro luglio».


Tanto basta per giudicare il decreto - conclude il presidente della Commissione Infrastrutture - come «una chiara vittoria di quanti, come me, credono che la crescita e lo sviluppo del Paese non possano essere attuati con il rigorismo formale, ma con una politica coerente che, pur tenendo conto del necessario rigore, punta decisamente a mettere in moto le risorse indispensabili alla ripresa economica e produttiva del Paese».

Commenti