Ha accoltellato Di Martino. "In carcere se ne vantava"

Motivata la condanna di Hamis per il tentato omicidio dell'agente

Ha accoltellato Di Martino. "In carcere se ne vantava"
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Una volta in carcere, Hassine Hamis si vantava per aver accoltellato un poliziotto. Il 37enne marocchino aveva «comportamenti arroganti e prevaricatori», presumendo una propria «superiorità proprio per aver colpito» un agente. Lo scrive il gup Silvia Perrucci nelle motivazioni della sentenza con cui il 23 gennaio ha condannato Hamis con rito abbreviato a 12 anni e due mesi di reclusione per il tentato omicidio del vice ispettore Christian Di Martino (nella foto, con la premier Giorgia Meloni).

Il giudice spiega che le frasi del 37enne, irregolare e con precedenti penali, sono riportate in un rapporto disciplinare del carcere. Hamis ha colpito il poliziotto con un coltello alla stazione di Lambrate l'8 maggio 2024. Di Martino ha rischiato di morire per le ferite riportate. Nelle motivazioni il giudice sottolinea che all'imputato non può essere riconosciuta alcuna attenuante, perché con «le sue generiche manifestazioni di dispiacere» in udienza puntava solo ad «ottenere» una pena più lieve. Prima «ha fornito una versione dell'accaduto del tutto illogica», sostenendo di non essersi accorto di avere davanti un poliziotto, e poi in carcere si è appunto vantato della propria azione con altri detenuti.

Una «chiara dimostrazione» della sua «indole estremamente aggressiva e socialmente pericolosa» che ha manifestato dal 2004 in Italia commettendo rapine, aggressioni e altri reati per cui è stato più volte condannato. Di Martino si è costituito parte civile, assistito dall'avvocato Massimo Del Confetto.

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