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"La lentezza è un costo". Così Nordio vuole riformare la giustizia

ll guardasigilli espone il programma delle riforme in ottemperanza al "mandato elettorale" tra lentezza dei processi e difficoltà burocratiche

"La lentezza è un costo". Così Nordio vuole riformare la giustizia

Inaugurazione dell'anno giudiziario per Carlo Nordio questa mattina alla Corte d'Appello di Venezia. Il ministro della Giustizia è intervenuto con un discorso nel quale ha affrontato i principali temi che questo governo ha indicato come priorità per le attività dei prossimi mesi. La Giustizia è uno dei principali temi per l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che vuole portare in porto una riforma garantista e librale. "Abbiamo un programma di riforme che deve seguire il mandato elettorale che abbiamo ottenuto dai cittadini con le elezioni. In queste riforme la mia priorità sarà quella di conciliare i tre pilastri della nostra giurisdizione penale che sono tecnicamente quasi incompatibili", ha spiegato Carlo Nordio.

Il ministro della Giustizia ha proseguito sottolineando che verranno coinvolti tutti gli attori in causa, ossia la magistratura, le accademie e l'avvocatura: "Queste riforme sono certo avverranno in armonia ascoltando queste voci e avranno comunque un elemento non trattabile e questo è l'indipendenza e autonoma della magistratura". Un punto fermo per Carlo Nordio, che anche sgombrato il campo con decisione dalle illazioni delle ultime settimane: "Ho sentito in queste giorni alcune insinuazioni per cui addirittura sarebbe nostra intenzione di sottoporre il pubblico ministero al potere esecutivo. Figuriamoci se avendolo fatto per 40 anni potrei anche solo immaginare che la mia funzione finisse sotto il controllo politico".

Quindi, il ministro ha spiegato che questo governo intende operare soprattutto nell'ottica di accorciare i processi, una delle piaghe irrisolte del nostro Paese, anche per abbattere i costi. "La digitalizzazione e l'implementazione telematica sono le priorità del nostro ministero perché sappiamo che la lentezza dei processi, soprattutto civili, ha un grandissimo impatto negativo sull'economica. La lentezza della giustizia italiana costa 2 punti di Pil al nostro Stato", ha ricordato Carlo Nordio. Nell'ottica di snellire i tempi burocratici e, quindi, ridurre i costi, il ministro ha dato una prima timeline delle iniziative già intraprese dal governo: "Abbiamo attivato tutta una serie di uffici che culmineranno, lunedì, con la presentazione alla presenza del presidente della Repubblica di un progetto che consentirà a 7mila uffici periferici di costruire un anello di congiunzione tra cittadini e vari amministrazioni, compresa la giustizia".

Il Paese che si trova a governare l'esecutivo Meloni è quello delle contraddizioni, come ha ammesso lo stesso ministro: "Abbiamo un paese dove le leggi si contraddicono e per ubbidire alla legge ne devi violare altre. È necessario avere un tribunale nel nostro Paese, con servizi igienici, ma abbiamo città dove non è possibile realizzali". Tra i casi più emblematici c'è quello di Venezia, che ha ospitato l'apertura dell'anno giudiziario, definita da Nordio "un 'unicum' nella storia, una città paralizzata da vincoli".

Un'osservazione in piena coscienza quella del ministro, che proprio a Venezia è stato magistrato per 40 anni.

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