
"Stiamo valutando di proporre che il Tfr fermo all'Inps, delle imprese sopra i 50 dipendenti, possa essere una rendita, per dare un ristoro e avere pensioni un po' più forti". Ad annunciarlo è il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, al termine di un evento di Confagricoltura che si è tenuto al Meeting di Rimini.
"Non escludiamo di inserire in questo contesto anche la possibilità del long term care", ha detto Durigon che, consapevole della "sofferenza che c'è sulla sanità", ritiene che "avere anche questo sistema assicurativo potrebbe dare delle risposte importanti ai nostri pensionati". Secondo il sottosegretario leghista "se il Tfr va nella rendita non è più un esborso che fa l'Inps" e perciò non dovrebbe impattare sui conti pubblici anche perché "parliamo di sistema contributivo". Durigon, poi, ha spiegato che con la nuova rottamazione le cartelle "non le togliamo ma diamo una agevolazione" con la possibilità di rateizzazione lunga, quindi "è vero che c'è una copertura" necessaria nei primi anni ma "è vero anche che c'è una sostenibilità futura". Durigon è convinto che "con le giuste e adeguate formule ci sarà una sostenibilità per dare un ristoro alle famiglie in difficoltà con le cartelle".
PPer quanto riguarda l'idea di Matteo Salvini di non calcolare la prima casa nell'Isee, Durigon ha detto: "Se dobbiamo dare un ristoro sui bonus, sappiamo benissimo che l'incidenza dell'Isee è sempre più forte, perché fa scavallare alcuni livelli in base all'Isee che le persone hanno. Quindi, anche sulla prima casa, essendo la prima, credo sia giusto che venga tolta". Il sottosegretario parla di "fase istruttoria" e giudica l'idea "molto interessante" perché "potrebbe dare ristoro al ceto medio".
Durigon, poi, in un'intervista a Sussidiario.net in occasione del Meeting di Rimini, ha rivelato di aver già parlato con il ministro Giorgetti che si è detto favorevole a inserire nella legge di bilancio il congelamento del requisito dell'età per la pensione che, altrimenti, aumenterebbe dal 2027. L'Inps, come si legge sul Messaggero, ha già detto che i costi di questa operazione oscillerebbero attorno al miliardo di euro l'anno e, per "calmierare" in parte questo costo, si starebbe pensando di introdurre delle nuove mini-finestre di uno o due mesi. Secondo il sottosegretario è anche "fondamentale" anche il cosiddetto bonus Giorgetti, "una misura - sottolinea - che rafforza la libertà del lavoratore, che si tratti di restare al suo posto o di poter andare prima in pensione". Opzione donna "andrebbe rafforzata perché oggi risulta una misura poco efficiente e ha avuto scarso appeal", ha dichiarato Durigon che, poi, ha aggiunto: "Quota 103, invece, visto anche lo scarso utilizzo, non penso possa rappresentare una forma ottimale di flessibilità in uscita". Come anticipato dal Messaggero, dunque, il governo accantonerebbe il sistema delle Quote che non ha riscosso grande successo anche a causa delle stretta dello scorso anno e sarebbe più propenso, proprio come anticipato dal sottosegretario al Lavoro a introdurre un meccanismo di flessibilità che permetta a tutti i lavoratori, pubblici e privati, di poter lasciare il proprio impiego a 64 anni, usando anche il Tfr ed eventualmente versamenti ai fondi pensione integrativi.
Durigon, sempre a Sussidiario.net, parlando delle proposte della Lega su come migliorare la contrattazione salariale dei lavoratori, ha detto: "Quanto meno i nuovi livelli salariali frutto del rinnovo dovranno partire dal giorno in cui è scaduto il contratto".
E ancora: "Tramite anticipi o incrementi legati all'andamento del costo della vita, e una defiscalizzazione dei rinnovi che avvengono nei giusti tempi - ha spiegato Durigon - si può perseguire questo obiettivo, lasciando alle parti l'individuazione del meccanismo più adeguato". E, infine, plaude ai bonus per le assunzioni che hanno contribuito a far crescere l'occupazione "e, quindi, - ha concluso il sottosegretario - verosimilmente continueremo a metterli in campo".