Biden parla al mondo e alla nazione: "Siamo indispensabili, Hamas-Putin asse del male"

Il presidente Usa ha annunciato le prossime richieste al Congresso: tutto il sostegno possibile a Israele, senza dimenticare gli aiuti umanitari al popolo palestinese. Parole importanti per Kiev: ora l' "asse del male" diventa Hamas-Putin

Biden parla al mondo e alla nazione: "Siamo indispensabili, Hamas-Putin asse del male"
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Come ormai costretto a fare sempre più spesso, Joe Biden alle 20.00 di ieri sera - orario della costa orientale - si è rivolto alla nazione, in diretta dallo Studio Ovale. Un venerdì che si è chiuso con la massima tensione, in una giornata carica di colpi di scena, in casa come in Medio Oriente. A precedere il discorso, un sintetico cinguettio su X per chiarire alcuni punti chiave, prima di rivolgersi agli americani live.

Le richieste di Biden per Israele e Ucraina

Puntuale come previsto, il presidente è comparso in diretta in una cornice tradizionale ma istituzionale, seduto al suo tavolo di lavoro. Il tono è quello da memento: non sono mancati attimi in cui il tono del discorso ha deragliato potentemente verso lo spot elettorale e perfino, nella chiosa finale, verso l'inaugural address. "Assicurarci che Israele e l'Ucraina abbiano successo è vitale per la nostra sicurezza nazionale", ha subito dichiarato Biden stimando che invierà nelle prossime ore al Congresso la sua richiesta di aiuti per i due Paesi. Secondo indiscrezioni si tratta di un pacchetto ampio da 100 miliardi di dollari in cui rientrerebbero anche fondi per il muro con il Messico e per l'Asia-Pacifico. Ma l'apertura è tutta per l'appoggio a Israele: "Batteremo ogni strada per riportare a casa gli ostaggi", ha tuonato il presidente tracciando subito un parallelo con la vicenda ucraina. La milizia di Hamas e il presidente russo Vladimir Putin "vogliono annientare completamente le democrazie". "Hamas e Putin - ha aggiunto - rappresentano minacce differenti, ma hanno questo in comune".

Assistenza umanitaria e soluzione "a due Stati"

"Mi hanno detto che sono stato il primo presidente americano a muoversi durante la guerra. Ho incontrato il primo ministro israeliano e i membri del suo gabinetto", tuona Biden paragonandosi al Lincoln. Il discorso, tuttavia, è abbondantemente piegato sull'emergenza umanitaria e sul bisogno urgente di cibo, acqua e medicine da parte del popolo di Gaza. Il presidente ha ribadito la necessità di assistere la popolazione civile palestinese ma soprattutto la soluzione dei "due Stati", dalla quale sembra non voler prescindere: un dettaglio che il Biden politico non ha mai nascosto. Ma nel discorso c'è spazio anche per le fratture interne: il clima di odio e sospetto post-11 settembre che è tornato a farsi sentire in queste ore con una nuova ondata di islamofobia. Il riferimento va a al piccolo Wadea Al-Fayoume, il bambino ucciso con 26 coltellate in Illinois lunedì scorso solo perché musulmano. Un lutto che ha colpito l'America intera e che è stato occasione per il presidente per ribadire i principi delle libertà d'espressione e religiosa, pilastri sacri del Paese.

Un Biden "elettorale"

C'è tanto eccezionalismo americano e "destino manifesto" nel breve discorso del presidente Biden: "Siamo la nazione essenziale", "La nazione indispensabile", riprendendo una citazione del 1998 di Madeleine Albright. Negli stessi momenti in cui ha rispolverato quanto di meglio della retorica progressista, il presidente ha ripercorso alcuni momenti della sua missione in Polonia, nel febbraio scorso, così come il viaggio in treno verso Kiev.

I passi fra le macerie della capitale ucraina, l'abbraccio con Volodymyr Zelensky. E poi il tracciamento di un nuovo "asse del male": quello rappresentato da Hamas e Vladimir Putin, i due nemici da combattere in questo momento. Il presidente ha lanciato il monito che il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas possa "estendersi ad altre parti del mondo, nell'Indo Pacifico, in Medio Oriente, specialmente in Medio Oriente". "L'Iran - ha aggiunto - sta sostenendo Hamas e altri gruppi terroristici nella regione". "Gli Stati Uniti e i suoi partner nella regione - ha sottolineato Biden - stanno lavorando per costruire un futuro migliore". Le parole "United States" e "together" sono ripetute quasi come un mantra: Biden ha parlato a vari pubblici.

Alla Nato, ai nemici del Gop, ai franchi tiratori nei democratici, agli elettori, agli alleati.

A concludere la breve e tragica chiacchierata al caminetto, la consueta benedizione per gli americani e per le truppe, un segno delle nubi nere in arrivo.

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