
La guerra in Ucraina e la difesa europea dominano il vertice della Comunità politica europea a Copenaghen. Zelensky ha rivelato di aver discusso con Trump la fornitura di missili a lungo raggio, definendo produttivo l’ultimo incontro con Washington.
Meloni e il cancelliere tedesco Merz hanno affrontato i dossier Ucraina, Gaza e automotive, in vista del Consiglio europeo di ottobre. La premier danese Frederiksen ha lanciato un allarme: la minaccia russa è stata sottovalutata e l’Europa deve essere pronta al riarmo entro il 2030.Tusk: "È un nuovo tipo di guerra ma siamo già in guerra"
"Per prima cosa dobbiamo combattere le illusioni e la prima è che non siamo in guerra. Lo siamo. Ma è un nuovo tipo di guerra, molto complessa". Lo ha detto il premier polacco Donald Tusk alla plenaria della Epc, ricordando i casi dei droni, delle violazioni dello spazio aereo, alla strumentalizzazione dei migranti da parte della Bielorussia. "Ed è la nostra guerra e se l'Ucraina perde sarà anche l nostra sconfitta. "La propaganda di Putin lavorare per farci credere che non possiamo vincere ma è una assurdità: l'unico vantaggio che hanno è la mentalità".
Cremlino: "Risposta appropriata se missili Tomahawk a Kiev"
La Russia risponderà in modo "appropriato" all'eventuale fornitura da parte degli Usa all'Ucraina di missili a lungo raggio Tomahawk. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Tass.
Zelensky, parlato con Trump di armi a lungo raggio, ora decide
"Abbiamo parlato con gli Stati Uniti. Siamo molto grati al presidente Trump per questo dialogo. L'ultima volta abbiamo avuto un incontro molto proficuo, un dialogo molto produttivo, e abbiamo parlato di missili a lungo raggio, di armi a lungo raggio. Ne abbiamo parlato, quindi vedremo, tutto dipenderà dalla sua decisione". Lo dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al suo arrivo al vertice della Comunità politica europea a Copenaghen.
Bilaterale Meloni-Merz, focus su Kiev, Gaza e automotive
A margine del Vertice della Comunità Politica Europea, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha incontrato il Cancelliere federale tedesco, Frederich Merz. Oltre ai più recenti sviluppi in Ucraina e in Medio Oriente, il colloquio ha consentito un confronto approfondito sui temi della competitività europea, ed in particolare del settore automobilistico, in vista della discussione sulle questioni climatiche prevista al Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre prossimi. I due leader hanno inoltre approfondito la preparazione del Vertice bilaterale del prossimo 23 gennaio, soffermandosi sulla comune determinazione a imprimere un ulteriore significativo cambio di passo nella collaborazione politica ed economica tra le due Nazioni.
Premier Danimarca, minaccia russa sottovalutata, su riarmo pronti per 2030
"Non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente su nulla, il che significa che credo che tutti abbiano sottovalutato la minaccia che rappresenta la Russia. Non sto dicendo che non abbiamo fatto nulla, perché stiamo facendo molto. E la mia speranza è che tutti riconoscano che dobbiamo considerare l'Ucraina come la prima linea di difesa. Quindi tutto ciò che facciamo in Ucraina serve a difenderci nel resto d'Europa. Stiamo facendo molto, ma dobbiamo accelerare e aumentare le nostre capacità. Direi che il 2035 sarà troppo tardi per riarmare l'Europa. Dobbiamo essere in grado di difenderci completamente" e il punto "è il 2030". Lo dice la premier danese, Mette Frederiksen, al suo arrivo al vertice della Comunità politica europea a Copenaghen. "Penso - aggiunge - che il 2035 sia troppo tardi. Penso che il 2030 dovrebbe essere il punto fermo. Ma non significa che possiamo aspettare fino al 2030, significa che dobbiamo fare tutto il possibile ora", "dobbiamo prendere tutte le esperienze, tutte le nuove tecnologie, tutte le innovazioni dall'Ucraina e inserirle nel nostro riarmo".
G7, misure contro chi aumenta acquisti petrolio russo
I ministri delle Finanze del G7, riuniti in videoconferenza, hanno "concordato di intraprendere azioni comuni per aumentare la pressione sulla Russia affinché ponga fine alla sua brutale guerra contro l’Ucraina e per sostenere l’Ucraina nei suoi continui sforzi di difesa". Nel comunicato congiunto si legge che i paesi stanno "adottando misure incisive per aumentare i costi economici degli sforzi bellici della Russia, imponendo restrizioni a settori chiave e ai sostenitori dell’economia russa come energia, finanza, base industriale militare, zone economiche speciali"."Abbiamo convenuto - proseguono - che ora è il momento di massimizzare la pressione sulle esportazioni di petrolio russo, una delle principali fonti di entrata del Paese. Colpiremo coloro che hanno continuato ad aumentare gli acquisti di petrolio russo dopo l’invasione dell’Ucraina e chiunque stia facilitando le operazioni di elusione delle sanzioni". I ministri hanno "concordato sull’importanza di misure commerciali, incluse tariffe e divieti di import/export, nei nostri sforzi per tagliare le entrate russe. Adotteremo misure concrete per ridurre in modo significativo, con l’obiettivo di eliminarle gradualmente, le nostre importazioni residue dalla Russia, comprese quelle di idrocarburi". "Stiamo inoltre prendendo seriamente in considerazione - si legge ancora nel comunicato - misure commerciali e altre restrizioni nei confronti di Paesi ed entità che stanno contribuendo a finanziare gli sforzi bellici russi, inclusi i prodotti raffinati derivati dal petrolio russo".