Nell'orrore del kibbutz spunta anche il vessillo nero dei tagliagole dell'Isis

Il vessillo dell'Isis è stato trovato dopo la liberazione del kibbutz Sufa. Fin da subito, la brutalità dell'azione di Hamas ha ricordato i metodi degli uomini in nero che hanno sconvolto il mondo

Nell'orrore del kibbutz spunta anche il vessillo nero dei tagliagole dell'Isis
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La brutalità dell’attacco di Hamas contro Israele ha riportato alla mente immagini del decennio scorso, quando il Medio Oriente è stato sconvolto dal conflitto con lo Stato islamico. Nelle prime ore del conflitto tra Hamas e Israele, quando sono arrivati i primi rapporti sui massacri di civili, ufficiali degli Stati Uniti hanno subito parlato di “Isis-like brutality” e i media israeliani hanno diffuso il semplice mantra “Hamas = Isis, Isis = Hamas”, già usato dal primo ministro Benjamin Netanyahu alle Nazioni Unite nel 2014.

In molti hanno criticato queste parole, sottolineando che i terroristi palestinesi combattono per la libertà della loro terra e che non hanno nulla a che fare con lo Stato islamico. Su X, però, sono state diffuse foto del kibbutz Sufa, una delle comunità prese d’assalto da Hamas. Tra gli oggetti recuperati dai corpi dei miliziani, vi è anche una bandiera dell’Isis, il tristemente indimenticabile vessillo nero con un cerchio bianco al centro e la scritta “Non c'è dio se non Allah”. Un indicazione, forse, che Hamas ha deciso di imitarli nella loro campagna di massacro contro gli ebrei. “Non abbiate dubbi: sono gli stessi assassini, le stesse bestie, gli stessi animali”, ha scritto sui social l’ex ambasciatore israeliano Joshua Zarka. “Il mondo deve affrontare questo male e sconfiggerlo, esattamente come ha sconfitto l’Isis”, aggiunge il rappresentante dello Stato ebraico in Azerbaijan George Deek.

Comparso all’apice di un periodo di attentati che ha insanguinato l’Europa, l’Isis si era subito distinto dalla più vecchia al-Qaeda per l’estrema efferatezza dei suoi miliziani. Tutti ricordiamo i video delle esecuzioni che hanno fatto il giro dei social network e delle televisioni di tutto il mondo: uomini in nero che tagliavano le gole di prigionieri vestiti di arancione. Per non dimenticare il pilota georgiano chiuso in una gabbia e bruciato vivo, o i villaggi di minoranze etniche in Siria e Iraq completamente spazzati via.

Bandiera Isis 2

L’Isis e Hamas non sono mai stati alleati. Il Times of Israel, nel 2019, ha scritto che lo Stato islamico vede i terroristi palestinesi come degli “apostati”: li incolpa di non aver impedito il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele da parte degli Stati Uniti e di aver partecipato alle elezioni nei territori di Gaza e West Bank, mettendo la legge umana sopra quella di Dio.

Il ramo egiziano dell’Isis ha anche dichiarato guerra ad Hamas nel 2018, colpevole di aver cercato di migliorare le proprie relazioni diplomatiche con Il Cairo. Un anno prima, l’organizzazione palestinese ha arrestato centinaia di sostenitori dello Stato islamico nel proprio territorio, a seguito di un attentato suicida contro un posto di blocco della polizia.

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