Secondo fonti citate dal quotidiano saudita Asharq, Hamas sarebbe prossima all’elezione di un nuovo leader, in un momento cruciale per il movimento e per l’intero scacchiere mediorientale. La successione, attesa a breve, metterebbe a confronto due figure di primo piano, portatrici di visioni strategiche profondamente diverse sul futuro del gruppo e sul conflitto con Israele.
Come verrà scelto il prossimo leader di Hamas
I due principali candidati indicati dalle fonti sono Khaled Meshaal, ex capo di Hamas e figura storica del movimento, e Khalil al-Hayya, attuale capo del politburo di Hamas nella Striscia di Gaza. La scelta non riguarderebbe soltanto la leadership formale, ma l’orientamento politico, militare e diplomatico dell’organizzazione nel medio periodo. Le fonti citate da Asharq affermano che Hayya avrà probabilmente la meglio, poiché gode del sostegno dei leader di Hamas sia a Gaza che in Cisgiordania.
Ad occuparsi della scelta sarà il consiglio generale della Shura di Hamas, composto da circa 50 membri che rappresentano i tre centri di potere regionali di Hamas: Gaza, Cisgiordania e diaspora palestinese. Hamas elegge un nuovo leader ogni quattro anni: le ultime elezioni si sono svolte nel marzo 2021 e quelle attuali erano previste per l'inizio del 2025, ma sono state rinviate a causa del conflitto. Da allora, riferisce il media saudita, Hamas è guidato da un consiglio provvisorio presieduto dal capo del consiglio generale della Shura Muhammad Ismail Darwish, e che include anche al-Hayya, Meshaal e il membro dell'ufficio di Gaza, Nizar Awadallah.
Khalil al-Hayya: la linea della continuità armata e l’asse con Teheran
Khalil al-Hayya, considerato vicino all’Iran, rappresenterebbe la continuità con l’attuale strategia di Hamas. Secondo Asharq, il dirigente sarebbe favorevole alla prosecuzione del conflitto armato con Israele nella Striscia di Gaza fino alla conclusione della guerra e al ritiro completo delle forze israeliane dal territorio.
La sua posizione rifletterebbe una visione centrata sulla resistenza armata come strumento principale di pressione politica e militare, rafforzando al contempo i legami con Teheran e con l’asse regionale ostile a Israele. Le fonti indicano che al-Hayya godrebbe di un ampio sostegno interno, sia nella leadership di Gaza sia in quella della Cisgiordania, incluso il capo del politburo in Cisgiordania Zaher Jabarin, un fattore che lo renderebbe il favorito nella corsa alla guida del movimento.
Khaled Meshaal: apertura diplomatica e riavvicinamento al mondo arabo
Di segno diverso la linea attribuita a Khaled Meshaal, ex leader di Hamas e figura di lungo corso del movimento. Meshaal, considerato più vicino al Qatar, sarebbe favorevole all’avvio di negoziati per porre fine all’occupazione di Gaza, puntando su una strategia maggiormente politica e diplomatica.
Secondo quanto riportato da Asharq, Meshaal promuoverebbe inoltre un graduale allontanamento di Hamas dall’Iran e un riavvicinamento agli Stati arabi moderati, nel tentativo di riequilibrare le
alleanze regionali del movimento. Una scelta che potrebbe facilitare il dialogo con mediatori regionali e internazionali, ma che rischierebbe di incontrare resistenze all’interno dell’ala più radicale dell’organizzazione.