
Mentre Israele cerca di sferrare quello che si spera sia il colpo finale ad Hamas, ha più che mai bisogno del sostegno dei suoi amici in Occidente. Eppure, in Europa, la solidarietà con lo Stato ebraico ha iniziato a sgretolarsi proprio quando Israele ne ha più bisogno. Per molti europei, ciò sembra derivare da una fondamentale incomprensione della minaccia rappresentata dagli attentati del 7 ottobre - le peggiori atrocità organizzate commesse contro il popolo ebraico dopo l'Olocausto. Troppi leader del continente sembrano credere che il governo israeliano stia conducendo una «guerra di scelta» piuttosto che la guerra esistenziale che di fatto sta combattendo.
Cerchiamo di essere chiari sulla natura del nemico che Israele deve affrontare. Hamas ha controllato la Striscia di Gaza per 18 anni, durante i quali ha rubato quanti più aiuti possibili per riempire le tasche della sua leadership corrotta e per comprare armi e costruire tunnel piuttosto che infrastrutture essenziali. Invece di dotare i bambini degli strumenti necessari per un futuro migliore, hanno fatto il lavaggio del cervello a un'intera generazione con una velenosa propaganda antisemita. E lavorando mano nella mano con i loro finanziatori in Iran, hanno continuato la loro guerra contro Israele, che ha raggiunto un nuovo livello di depravazione il 7 ottobre 2023.
Quale governo potrebbe permettere che gli autori di tali atrocità rimangano al loro posto - per non parlare del fatto che si trovano proprio al di là del confine del loro Paese?
Il primo ministro Meloni ha detto bene quando ha affermato: «Ricordare e condannare fermamente ciò che è accaduto un anno fa non è una mera formalità, ma è piuttosto la base di qualsiasi azione politica che dobbiamo intraprendere per ripristinare la pace in Medio Oriente, perché la reticenza sempre più comune nel farlo rivela un antisemitismo latente e pervasivo che dovrebbe preoccupare tutti».
Oggi Israele è vicino a decimare Hamas e ha seriamente danneggiato la leadership di Hezbollah e del Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Ma il loro compito non è ancora terminato e il governo israeliano ha chiarito che devono rimanere sul campo di battaglia finché Hamas non sarà neutralizzato. Mi sono seduto al tavolo di leader mondiali che preferiscono l'equivalenza morale alla chiarezza morale. È un lusso che non possiamo permetterci. Non possiamo tollerare un mondo in cui il responsabile del rapimento e dell'uccisione di bambini e della brutalizzazione di migliaia di innocenti continui a esistere; e non possiamo permettere a Teheran di continuare a finanziare il terrore in tutto il mondo mentre corre per ottenere un'arma nucleare.
I leader occidentali devono far capire che il risultato migliore è quello in cui i nemici di Israele sono sconfitti e i suoi vicini sono incentivati a perseguire relazioni pacifiche e produttive con lo Stato ebraico. Con l'Iran e gli altri nemici di Israele in una posizione di svantaggio strategico, abbiamo una finestra di opportunità per assestare un colpo decisivo a questo centro del terrorismo globale.
Israele è in prima linea nella difesa dei valori che il mondo libero sostiene di avere a cuore. Il percorso da seguire è chiaro: i nemici di Israele devono essere sconfitti con decisione e il mondo civilizzato deve essere unito in questa lotta.