
In uno scenario di crescente rivalità strategica tra Washington e Pechino, il Dipartimento della Difesa statunitense ha avviato una revisione profonda delle proprie capacità industriali nel settore missilistico. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la leadership del Pentagono ha istituito una nuova iniziativa chiamata “Consiglio per l’Accelerazione della Produzione di Munizioni”, coinvolgendo i principali attori del comparto bellico per aumentare in modo significativo i ritmi produttivi. L’obiettivo è rafforzare la base industriale per far fronte a una possibile escalation militare nella regione indo-pacifica.
Cosa sappiamo
Durante una serie di incontri strategici, a cui hanno partecipato il Segretario alla Difesa Pete Hegseth e il Capo di Stato Maggiore Congiunto, generale Dan Caine, sono stati convocati dirigenti delle principali aziende missilistiche, startup emergenti come Anduril Industries e fornitori specializzati in componenti critici quali carburanti solidi e batterie. Alle imprese è stato chiesto di presentare piani concreti per moltiplicare fino a due volte e mezzo i volumi di produzione, attrarre capitali privati e valutare la possibilità di concedere licenze tecnologiche a produttori terzi.
Dodici sistemi d’arma prioritari e la centralità del Patriot nella politica di deterrenza
L’iniziativa si concentra su dodici sistemi d’arma ad alta priorità, ritenuti essenziali per affrontare un eventuale conflitto ad alta intensità con la Cina. Tra questi figurano:
- Missili per il sistema di difesa aerea Patriot, considerato il punto di riferimento per l’intercettazione di minacce aeree e missilistiche;
- LRASM (Long Range Anti-Ship Missiles), missili anti-nave a lungo raggio progettati per operazioni in ambienti contesi;
- SM-6 (Standard Missile-6), in grado di svolgere ruoli multipli tra difesa aerea e attacco terrestre/navale;
- PrSM (Precision Strike Missile), sviluppato per sostituire i missili tattici ATACMS;
- JASSM (Joint Air-to-Surface Standoff Missile), capaci di colpire obiettivi strategici ben difesi a grande distanza.
Il Pentagono, secondo fonti riservate, intende quadruplicare la produzione dei missili Patriot, attualmente disponibili in numero limitato ma considerati essenziali per la protezione delle forze statunitensi e degli alleati in teatri come il Mar Cinese Meridionale o Taiwan. Tuttavia, gli analisti avvertono che il raggiungimento di questi obiettivi è ostacolato da tempi produttivi lunghi (fino a due anni per singolo missile) e costi molto elevati, aggravati dalla necessità di certificare nuovi fornitori e linee produttive.
Transizione nell’Indo-Pacifico e la corsa alla riqualificazione degli arsenali
Il riposizionamento strategico degli Stati Uniti verso l’Indo-Pacifico riflette una nuova dottrina militare che considera la Cina la principale minaccia sistemica alla sicurezza globale. Il Segretario Hegseth, intervenuto al forum sulla sicurezza di Singapore, ha dichiarato apertamente che «la Cina si sta preparando per un’operazione militare reale», alludendo alla possibilità di una futura invasione di Taiwan. Pechino, da parte sua, ha respinto con decisione tali affermazioni, accusando Washington di alimentare l’instabilità regionale.
Il riorientamento della postura militare americana è stato inoltre spinto da una cronica riduzione delle scorte missilistiche causata da conflitti ad alta intensità come la guerra in Ucraina e l’escalation tra Israele e Iran. L’uso di sofisticati missili dal costo elevato per abbattere droni a basso costo ha evidenziato la fragilità della catena logistica e la necessità di riformare il ciclo produttivo dell’industria bellica statunitense.
L’iniziativa del Pentagono rappresenta dunque una risposta preventiva a uno scenario di confronto con una potenza pari livello, che richiede non solo superiorità tecnologica, ma soprattutto resilienza industriale,
capacità di mobilitazione e rapidità di riarmo. In un’epoca in cui le guerre si combattono anche sulla linea di produzione, il tempo di risposta dell’apparato industriale può risultare decisivo quanto la strategia sul campo.