Guerra in Ucraina

"Pesta i detenuti? Fiero di lui". L'educazione cecena del figlio di Kadyrov

Il dittatore ceceno posta un video del figlio mentre colpisce con calci e pugni un detenuto ucraino accusato di aver bruciato il Corano e ne tesse le lodi: "Ha fatto la cosa giusta"

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Calci, pugni, due ginocchiate contro la faccia e il volto soddisfatto: è questa la scena mostrata nei sei secondi di video che ritraggono Adam Kadyrov, figlio 15enne del dittatore ceceno Ramzan Kadyrov, picchiare il detenuto ucraino Nikita Zhuravel accusato di aver bruciato una copia del Corano in pubblico. I fatti non sono così recenti, in realtà. Il pestaggio risale a metà agosto, ma è tornati ad attrarre reazioni di sdegno e indignazione sul web nelle scorse ore. Polemica alla quale Kadyrov senior ha replicato con un lungo commento in difesa del suo secondogenito.

"In rete si discute ancora sul fatto che Adam Kadyrov abbia picchiato il bruciatore del Sacro Corano Nikita Zhuravel, un complice dei servizi di sicurezza ucraini. Lo ha picchiato e ha fatto la cosa giusta. Inoltre, credo che chiunque violi le Sacre Scritture, compresi coloro che le bruciano in modo dimostrativo e offendono decine di milioni di cittadini del nostro grande Paese, debba essere severamente punito", tuona il fedele alleato di Vladimir Putin sul suo canale Telegram. "Senza esagerare – prosegue il controverso leader ceceno – sono orgoglioso dell'azione di Adam. Si è sempre distinto per il desiderio di crescere non tra i suoi coetanei ma tra gli anziani, sviluppando così ideali adulti di onore, dignità e difesa della propria religione. Rispetto la sua scelta".

Nikita Zhuravel, secondo quanto riferisce la Tass in un dispaccio di qualche mese fa, è stato incriminato per la violazione dell'art. 148 del codice penale della Federazione russa e da maggio risiede in una prigione a Grozny, in Cecenia, in attesa di un processo. Il suo destino, come dimostra la violenza perpetrata dal figlio di Kadyrov, parrebbe già segnato.

Kadyrov e i figli combattenti

Un anno fa, il capo della Repubblica cecena aveva annunciato che tutti e tre i suoi figli (di 16, 15 e 14 anni) sarebbero partiti al fronte per combattere contro l'esercito ucraino al fianco delle truppe regolari russe, un ulteriore atto di fedeltà nei confronti di Putin. L'impiego dei Kadyrovites, i miliziani comandati da Kadyrov, è stato spesso agitato come una minaccia sui social per via della pessima reputazione dei paramilitari ceceni noti a livello internazionale per la brutalità e la disumanità ostentate in azioni quali torture e assassini. In Ucraina, tuttavia, si è rivelato nient'altro che un mito, poiché tutte le volte che i miliziani sono stati dispiegati sono stati prontamente individuati ed eliminati dai nemici, agevolati soprattutto dalla diffusione di video su TikTok.

"La minore età non dovrebbe interferire con l'addestramento dei difensori della nostra madrepatria", ha detto Kadyrov a ottobre del 2022. "Akhmat, Eli e Adam hanno rispettivamente 16, 15 e 14 anni. Ma il loro addestramento militare è iniziato molto tempo fa, quasi in tenera età. E non sto scherzando. È arrivato il momento di mettersi in mostra in una vera battaglia e io non posso che accogliere con favore il loro desiderio. Presto andranno in prima linea e si troveranno nei tratti più difficili della linea di contatto". E dopo qualche settimana i tre hanno consegnato al padre un gruppo di prigionieri ucraini catturati dal battaglione Akhmat.

Il giallo sulle condizioni del leader ceceno

Ramzan Kadyrov è tornato così a far parlar di sé dopo che su di lui si è formata una coltre di mistero: i servizi segreti di Kiev sono convinti che il 46enne ceceno sia in gravi condizioni di salute (addirittura in coma) e a un passo dalla morte. Una supposizione che secondo gli esperti andrebbe interpretata come un tentativo di destabilizzare il controllo sulla Cecenia e minare il rapporto con il Cremlino. Da Mosca il commento di Dmitry Peskov a questa ridda di indiscrezioni è stato: "Non ho nulla da aggiungere. Il fatto è che dare informazioni sulla salute di qualcuno non è nelle competenze dell'amministrazione presidenziale. Non posso dirvi niente sulla questione".

A queste voci Kadyrov ha risposto prima dicendo di fare sport sotto la pioggia e poi con un breve filmato pubblicato da una stanza di ospedale accanto a suo zio Magomed Abdulhamidovich, malato. "Sto vivo e sto bene", ha detto una settimana fa. "Non capisco perché si debba fare confusione". L'intelligence ucraina però è sicura: "In effetti, le informazioni indicano che il criminale di guerra Kadyrov è in gravi condizioni", ha rivelato il portavoce del Gur Andrii Yusov.

La verità è ancora tutta da scoprire.

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