L'undicesimo giorno di guerra si è aperto con i raid israeliani sulla Striscia, che hanno colpito decine di obiettivi di Hamas ed eliminato un membro di alto rango dell'organizzazione. Il bilancio delle vittime a Gaza ha superato i 3mila morti, mentre sui sopravvissuti ancora pende l'ombra della catastrofe umanitaria. Il cadavere di uno degli italo-israeliani dispersi è stato identificato e Hamas ha diffuso il video di una delle ragazze tenute in ostaggio. Il presidente americano Joe Biden ha confermato la sua partecipazione all'incontro di domani ad Amman, in cui si discuteranno gli sviluppi nella regione.
Le prossime tappe del conflitto e il fronte caldo con il Libano
La situazione sul fronte di Gaza è rimasta invariata anche oggi. Israele ha portato avanti la sua campagna di raid aerei, colpendo in 24 ore più di 200 obiettivi, tra cui il quartier generale militare di Hamas, una banca utilizzata dal movimento per finanziare le proprie operazioni e diversi tunnel sotterranei. Inoltre, l’Idf ha comunicato di aver ucciso Ayman Nofal, capo dell’ala militare di Hamas nota come “Abu Ahmad”. È la figura di più alto rango eliminata dall’inizio della guerra. I terroristi palestinesi hanno risposto con lanci di razzi verso Tel Aviv e e Ashkelon, città a pochi chilometri dalla Striscia.
A nord, lungo il confine tra lo Stato ebraico e il Libano, l’Idf ha bombardato con aerei da combattimento e artiglieria le postazioni degli Hezbollah, dopo una serie di attacchi e il lancio di missili anticarro contro le basi israeliane. Le milizie sciite hanno comunicato che quattro dei loro combattenti sono rimasti uccisi mentre tentavano di superare la cosiddetta “Linea Blu”, la frontiera tra i due Paesi.
Intanto, il portavoce militare Daniel Hecht ha comunicato che l’esercito israeliano si sta preparando per le prossime tappe della guerra, che non comprendono per forza l’offensiva di terra: “Ci stiamo preparando ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell'offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso”.
Vittime, sfollati e ostaggi: il costo della guerra
Uno dei tre italo-israeliani dispersi da sabato 7 ottobre è stato identificato tra i cadaveri trovati nel kibbutz Be’eri. Si tratta di Evitar Moshe Kipnis, scomparso insieme alla moglie. Le autorità di Tel Aviv, intanto, hanno dato un nome a 947 delle oltre 1.300 vittime dell’attacco di Hamas. Nella Striscia di Gaza i continui raid israeliani hanno provocato oltre 3mila morti, di cui circa mille bambini. Verso sera, un raid di Tel Aviv contro un complesso ospedaliero avrebbe causato 500 morti.
Nello Stato ebraico, sono circa 500mila gli sfollati interni. Il governo ha ordinato l’evacuazione di tutti i residenti nelle città meridionali vicine all’exclave palestinese. All’interno del territorio bombardato, invece, oltre un milione di persone ha lasciato le proprie case per sfuggire agli attacchi aerei. L’Onu ha riferito che nei supermercati della Striscia rimane cibo solo per altri quattro o cinque giorni.
Hamas, inoltre, ha condiviso il primo video di un ostaggio. Maya Sham, ragazza di 21 anni, ha parlato di fronte a una telecamera, dicendo di trovarsi a Gaza e chiedendo di “farmi uscire da qui il più presto possibile”. La giovane è stata catturata mentre fuggiva dal rave “Nova festival”.
La diplomazia internazionale tra mediazioni e minacce
Il presidente americano Joe Biden si recherà domani ad Amman, per un summit organizzato da re Abdullah II di Giordania a cui parteciperanno anche il leader dell’Anp Abu Mazen e l’egiziano Abdel Fattah al-Sisi. In un messaggio su X, l’inquilino della Casa Bianca ha specificato che l’incontro “riguarderà gli sviluppi pericolosi a Gaza, il loro impatto sulla regione e la garanzia che gli aiuti vengano consegnati alla Striscia di Gaza”.
Sui rifornimenti alla popolazione palestinese si è espresso anche il segretario di Stato americano Antony Blinken, che ha ribadito l’impegno di Israele e Usa per trovare un accordo che consenta “agli aiuti umanitari da paesi donatori e organizzazioni multilaterali di raggiungere i civili a Gaza”.
L’ayatollah iraniano Ali Khamenei, invece, è tornato a tuonare contro lo Stato ebraico, affermando che “i funzionari del regime sionista dovrebbero
essere processati per i loro crimini contro i palestinesi a Gaza”. La guida suprema della Repubblica islamica ha anche chiesto l’immediata cessazione dei bombardamenti nella Striscia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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