
Per l'intelligence danese, la guerra ibrida della Russia contro la Nato si sta "intensificando". Per i servizi segreti di Copenaghen, il Cremlino starebbe impiegando varie tattiche nella "zona grigia" che separa un conflitto aperto dalle azioni di disturbo concepite dalla guerra non convenzionale.
Non ci troviamo di fronte alla minaccia immediata di una guerra cinetica secondo l'intelligence danese, ma le reiterate azioni di disturbo mosse nei confronti di navi da guerra e ai suoi elicotteri nelle acque danesi vengono considerate come il chiaro segno della crescente belligeranza russa con entità della Nato che lambiscono i confini della Federazione o rappresentano un ostacolo naturale per le rotte che interessano oblast di Kaliningrad, exclave russa che confina con Polonia e Lituania e affaccia sul Mar Baltico e trova tutti i suoi accessi o sbocchi verso il Mare del Nord e l'Atlantico negli stretti che conducono al Kattegat.
Nelle scorse settimane, in piena "crisi dei droni" nei cieli europei, la valutazione delle minacce pubblicata dai servizi segreti della Danimarca si è andata ad aggiungere alla lunga lista di preoccupazioni di membri europei dell'Alleanza Atlantica, che, uno dopo l'altro, stanno lamentando interferenze, infiltrazioni, sabotaggi, azioni ibride di controinformazione e propaganda e, contestualmente, stanno attivando contromisure, rafforzando i confini, e armando le rispettive forze armate in vista di una potenziale aggressione russa che, secondo le parole del presidente Vladimir Putin, non è assolutamente "in programma".
Secondo gli 007 danesi, la Russia si trova in uno stato di "guerra ibrida" sempre più intenso con la Nato. E questo "stato delle cose" è da considerarsi "appena al di sotto della soglia di un conflitto armato", che arriva "in un momento di crescenti tensioni tra Mosca e l'Alleanza".
Una minaccia persistente negli stretti
Il direttore del Servizio di intelligence della difesa danese ha dichiarato apertamente: "Abbiamo assistito a diversi incidenti nello stretto danese, dove elicotteri e navi da guerra dell'aeronautica danese sono stati presi di mira dai radar di tracciamento e fisicamente puntati con armi da navi da guerra russe".
Le navi da guerra russe presenti nei tratti di mare che collegano il Baltico con il Mare del Nord hanno navigato in rotta di collisione con navi da guerra danesi durante il loro passaggio attraverso lo stretto, e si ritiene che navi civetta russe, di norma operate dai servizi segreti di Mosca, possano stazionare nelle acque danesi per monitorare l'attività della "flotta ombra" che il Cremlino sta utilizzando per eludere le sanzioni imposte dagli occidentali dopo l'invasione dell'Ucraina e continuare l'esportazione di petrolio.
"La Russia sta usando la forza militare per cercare di intimidire la Danimarca e costringerla ad abbandonare il rispetto delle norme sulla navigazione nel Mar Baltico", ha proseguito il vertice dell'intelligence danese, suggerendo che la Russia potrebbe considerarsi "già coinvolta in uno scontro con l'Occidente". Uno scontro in cui vengono impiegate tattiche e mezzi ibridi con l'obiettivo di mantenere lo status quo "al di sotto della soglia di un conflitto armato".
Per l'intelligence danese, che fa eco alle preoccupazioni degli Stati Baltici e ad alcuni allarmi lanciati dalla Norvegia e dalla Svezia, è verosimile che la Russia stia "attualmente conducendo una guerra ibrida contro la Nato e l'Occidente. È molto probabile che la minaccia ibrida della Russia contro la Nato aumenti nei prossimi anni".
Il timore di una guerra ibrida "allargata"
Per i servizi segreti danesi, il problema è diffuso e la guerra ibrida non riguarda soltanto la Danimarca. Mosca "ha schierato aerei da combattimento per proteggere la sua flotta ombra mentre trasporta petrolio russo fuori dal Mar Baltico e ha violato lo spazio aereo degli stati Nato con, ad esempio, aerei da combattimento, elicotteri e droni d'attacco", e ciò ha interessato Polonia, Estonia, Finlandia, Romania, e i confini di Belgio e Germania.
Gli attacchi informatici, le sospette azioni di sabotaggio clandestino, il diffondersi di interferenze Gps e il frequente arresto di fonti reclutate dai servizi segreti russi sono tutti segnali di comportamento aggressivo della Russia nei confronti dell'Alleanza, secondo le valutazioni di molte intelligence europee.
Un comportamento "aggressivo"
Secondo il rapporto diffuso dall'intelligence danese, lo scopo di questo "comportamento militare aggressivo" sarebbe quello di testare "le capacità di risposta dei membri della Nato e [causare] preoccupazione tra gli stati membri sul fatto che la Nato si stia dirigendo verso una guerra con la Russia".
Un'azione pianificata, che sembra puntare proprio a voler mantenere alto il livello della tensione, stressando un avversario ipotetico e consentendo ai vertici di Mosca di analizzare le mosse della Nato, per concepire eventuali strategie, saggiando ogni livello di reazione nei diversi domini che
compentono la guerra moderna. Sebbene non ci sia alcuna minaccia cinetica, ribadiscono i danesi, le continue "provocazioni militari russe" e gli attacchi informatici contro la Nato va classificata come "elevata".