Allarme "Kingbolt" per Putin: cosa succede al missile russo Kh-59

Mosca in difficoltà: il missile Kh-59 nasce con componenti obsoleti e perfino radar finti. Così le sanzioni mettono in crisi l’arsenale di Putin

Allarme "Kingbolt" per Putin: cosa succede al missile russo Kh-59
00:00 00:00

Le sanzioni internazionali stanno progressivamente limitando la capacità della Russia di produrre i missili Kh-59, costringendo Mosca a ricorrere a soluzioni tecniche basate su tecnologie ormai superate. Un’indagine approfondita condotta dai servizi segreti ucraini ha rivelato la complessità e l’estensione della rete industriale impegnata nella realizzazione di questo sistema d’arma, mettendo in evidenza le difficoltà significative che la Russia sta affrontando a causa delle restrizioni imposte dalla comunità internazionale.

Produzione sotto pressione

Dall’analisi emerge, confermato anche da un rapporto pubblicato sul portale War&Sanctions, che la produzione del missile Kh-59M2/M2A (noto anche col nome Nato AS-13 'Kingbolt') coinvolge un ampio complesso di centosedici aziende specializzate, distribuite lungo l’intera filiera produttiva. Pur essendo circa il 40% di queste realtà ancora esente da sanzioni dirette da parte di Paesi occidentali o loro alleati, la Russia si trova a fronteggiare una rilevante carenza di componenti essenziali, sia di origine interna che estera. A questa criticità si aggiunge una ridotta capacità produttiva degli stabilimenti coinvolti, che ha causato continui ritardi nella consegna degli ordini militari statali. Questa situazione, secondo gli ucraini, compromette in modo significativo l’efficienza complessiva dell’apparato bellico russo.

Adattamento tecnologico e riciclo industriale

Per superare l’impossibilità di reperire materiali e componenti tecnologicamente avanzati, l’industria bellica russa ha adottato strategie basate sul recupero e sul riutilizzo di elementi provenienti da tecnologie obsolete. In particolare, sono stati smantellati motori R95 ormai superati, mentre componenti di sistemi di guida datati sono stati sottoposti a ricondizionamento per essere reintrodotti nei nuovi missili. Tuttavia, queste soluzioni, seppur necessarie, non colmano completamente le lacune produttive, soprattutto per quanto riguarda l’installazione del sofisticato sistema di navigazione a radar attivo (ARH), componente più costosa e complessa del missile Kh-59. In alcuni casi è stato riscontrato addirittura l’uso di modelli inerti, progettati per riprodurre le caratteristiche fisiche e dimensionali del sistema radar ma privi di funzionalità operative, compromettendo così l’efficacia dell’arma.

Gli effetti delle restrizioni

Sebbene molte aziende produttrici di componenti elettronici e sistemi di guida non siano ancora colpite dalle sanzioni, I servizi do Kiev sottolineano come le misure restrittive già in vigore stiano rallentando in modo significativo la produzione. Un’ulteriore estensione delle limitazioni, soprattutto verso i cosiddetti fornitori di secondo livello, cioè quelle imprese che forniscono componenti o materie prime ai produttori principali, potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, riducendo drasticamente la capacità di Mosca di rifornire le proprie forze armate con armamenti di precisione. Il missile Kh-59 si inserisce così in un quadro più ampio di difficoltà produttive già documentate per altri sistemi d’arma russi, quali i missili da crociera Kh-101, il sistema S8000 "Banderol", il velivolo a pilotaggio remoto TsBTS.611000 e i droni Shahed-136.

Questo scenario, secondo l’intelligence, confermerebbe le crescenti fragilità industriali della Russia nel conflitto attualmente in corso, delineando un quadro di vulnerabilità tecnologica e logistica sempre più marcato.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica