Crimea, Donbass e lo stop alle offensive russe: Mosca e Washington trattano per la pace in Ucraina

Bloomberg rivela i contatti segreti sulle concessioni territoriali a Putin. Kiev ora rischia un ultimatum, ma ribadisce che non cederà mai sovranità

Crimea, Donbass e lo stop alle offensive russe: Mosca e Washington trattano per la pace in Ucraina
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Washington e Mosca starebbero negoziando un’intesa per fermare la guerra in Ucraina che includerebbe il riconoscimento da parte di Kiev dell’occupazione russa delle aree conquistate dall’inizio dell’invasione. Lo riporta Bloomberg, citando fonti vicine al dossier.

Secondo l’agenzia, funzionari americani e russi discutono della definizione dei confini territoriali in vista di un possibile vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin già la prossima settimana. L’amministrazione statunitense è impegnata a ottenere il via libera di Kiev e dei partner europei, ma l’esito appare ancora incerto. Putin ha, intanto, riferito al presidente cinese Xi Jinping i principali risultati della conversazione avuta nei giorni scorsi con Steve Witkoff. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino, secondo quanto riporta la Tass. "Nello spirito di un partenariato globale e di una cooperazione strategica tra i due Paesi, il presidente della Federazione Russa ha riferito al presidente della Repubblica Popolare Cinese i principali risultati della sua conversazione del 6 agosto con l'inviato speciale Usa", si legge nella dichiarazione. Xi Jinping, ringraziando per le informazioni fornite, ha espresso sostegno per la risoluzione della crisi ucraina a lungo termine.

Mosca avrebbe posto condizioni precise: la cessione integrale del Donbass e il riconoscimento dell’annessione della Crimea, occupata nel 2014. Questo implicherebbe per il presidente Volodymyr Zelensky ordinare il ritiro dalle aree di Luhansk e Donetsk ancora sotto controllo ucraino — un obiettivo che il Cremlino non è riuscito a raggiungere con le armi in oltre tre anni di guerra. Per Putin, un simile accordo rappresenterebbe il successo della strategia di dialogo diretto con Washington, marginalizzando Ucraina ed Europa dal tavolo negoziale.

Il piano prevederebbe anche lo stop dell’offensiva russa nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, mantenendo però le attuali linee di contatto. Non è chiaro se Mosca sia disposta a restituire alcune zone occupate, inclusa la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Le fonti avvertono che i dettagli restano fluidi e potrebbero subire modifiche.

Bloomberg ricorda che da febbraio Trump e Putin hanno avuto sei conversazioni telefoniche, mentre l’inviato americano Steve Witkoff ha incontrato il leader russo cinque volte in Russia. Finora Trump ha evitato sanzioni dirette contro Mosca, ma ha aumentato al 50% i dazi sulle importazioni indiane come ritorsione per l’acquisto di petrolio russo e minaccia ulteriori tariffe contro altri acquirenti di greggio, se Putin non accetterà un cessate-il-fuoco immediato.

Putin, tuttavia, ribadisce obiettivi invariati: neutralità dell’Ucraina, stop alla sua adesione alla NATO, riconoscimento della Crimea e delle altre quattro regioni annesse nel 2022 — Donetsk, Luhansk,

Kherson e Zaporizhzhia — come “parte della Russia per sempre”. Kiev, intanto, forte della sua Costituzione, esclude qualunque cessione di sovranità e ribadisce di non riconoscere in alcun caso l’occupazione russa.

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