Era un anno e mezzo che quei ragazzini poco più grandi di lui lo avevano preso di mira per il colore della pelle. Un anno e mezzo di offese verbali. Giovedì, per la prima volta, sono passati dalle parole ai fatti e per un dodicenne cubano di Zelo Surrigone la serata è finita con tanto spavento e il naso fratturato. Inevitabili ora le polemiche. I ragazzi del centro sociale «Il Cantiere» hanno già annunciato per martedì 14 una manifestazione in via Zuretti, in coincidenza con lanniversario della morte di Abba, il giovane africano ucciso in una rissa con due baristi.
Zelo, paese natale di Federico Confalonieri alle porte di Abbiategrasso, è un pugno di case lungo la strada Provincia 90 che porta a Binasco. Poco più di un borgo di 400 anime, fu coinvolto nello sviluppo urbanistico e demografico di Abbiategrasso, cresciuto di 10mila abitanti tra gli anni 60 e 70, che triplicò la popolazione, arrivata ai primi anni 80 a 1.200 abitanti.
Tra loro anche Niurka, una donna cubana, arrivata a Zelo dopo la separazione dal marito. In Italia da quindici anni, fa la commessa in un centro commerciale per tirar su i suoi due figli. Laltro pomeriggio il suo ragazzo di 11 anni, era andato a giocare al parco Verde con il suo skateboard insieme a due coetanei. Qui è stato avvicinato da altri tre ragazzini, di tredici anni, insultato e poi preso a spinte e qualche pugno. Tornato a casa, ha raccontato laccaduto alla madre che lha portatato in ospedale ad Abbiategrasso, dove i medici gli hanno riscontrato una contusione al naso, con probabile frattura, e una lesione agli occhi. Il ragazzino vittima dellaggressione, insieme alla madre e al fratello, era stato ospite di una famiglia milanese, nel 2008, in occasione delliniziativa natalizia «Aggiungi un posto a tavola», promossa dallOsservatorio di Milano proprio per facilitare il dialogo e lintegrazione tra persone di diversa provenienza.
«Laltra sera mio figlio era al parco con due amici della stessa età quando sono arrivati i tre ragazzini - spiega la madre del giovane cubano, che in serata ha presentato denuncia ai carabinieri -. Hanno salutato gli amici italiani e gli hanno chiesto il suo skate-board. Mio figlio glielo ha dato per andare a giocare su unaltalena ma quando ha visto che stavano per rompere lo skate-board è andato a riprenderlo. È così che è iniziato tutto».
A quel punto, prosegue la signora cubana, gli amici del figlio spaventati si sono allontanati mentre i tre italiani «lo hanno insultato dicendogli sporco negro e negro di m..., poi due lo hanno tenuto fermo e uno lha preso a pugni: gli hanno rotto il naso e gonfiato tutta la faccia. È successo tante volte che lo offendessero verbalmente - ha proseguito sconsolata la madre - è una cosa che va avanti da circa un anno e mezzo ma è la prima volta che gli mettono le mani addosso. I due amici italiani che erano con lui - ha concluso - sono piccolini,tranquilli, si sono spaventati e hanno detto di smettere».
I tre aggressori non sarebbero ancora statai identificati con certezza, anche se sono stati forniti dati abbastanza precisi sul loro conto. Frequentano lo stesso istituto «Gianni Rodari», tre scuole dellinfanzia, due scuole primarie e una scuola secondaria di primo grado distribuiti tra Vermezzo, Zelo Surrigone e Gudo Visconti, circa 800 alunni con unottantina di insegnanti.
La vicenda come sempre ha avuto degli strascichi polemici, e rischia anche di surriscaldare gli animi.
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