Il modello del contratto di quartiere lanciato da Massimo Cacciari tira. Dopo la proposta provocatoria degli abitanti del Ticinese che hanno messo in palio 10mila voti al candidato sindaco che si impegnerà a mettere definitivamente un freno alla movida selvaggia, i residenti di viale Jenner ci provano offrendo i loro voti a chi si impegnerà a chiudere il garage - moschea. I cittadini esasperati per l’incancrenirsi di alcune situazioni ai loro occhi ormai irrisolvibili, giocano l’ultima carta, quella del «ricatto» politico. Impossibile per i candidati sindaci ignorare voti che alla vigilia del ballottaggio pesano come macigni. D’altronde sono anni che il comitato Jenner - Farini dà battaglia per la chiusura del Centro culturale islamico.
«Si sta discutendo tanto di una nuova moschea - spiega il portavoce del comitato Luca Tafuni - ma c’è un problema che viene prima, che interessa gli abitanti di questa zona e pensiamo un pò tutti i milanesi: la chiusura di quella di viale Jenner, un luogo di preghiera non adeguato che continua a creare disagi». Dopo l’appello presentato quasi un mese fa, a cui «ci hanno risposto Pisapia e Palmeri - ricorda Tafuni - aspettiamo ancora la risposta di Letizia Moratti. Noi siamo ottimisti. In questi tre anni l’amministrazione ha operato bene portando la preghiera del venerdì al Palasharp. L’esito dell’esperienza è stato molto positivo e secondo noi si può risolvere il problema completamente, chiudendo la moschea di viale Jenner. È chiaro - precisa - che non vogliamo che il disagio di viale Jenner sia spostato su un altro quartiere: la questione si può risolvere dando la possibilità al centro islamico di attrezzare un’altra sede, in un luogo adeguato e a sue spese».
Esattamente quello che chiede il direttore del centro islamico Abdel Shaari, escluso dalla corsa per le comunali come candidato sindaco per via dei doppioni, firme a sostegno della sua lista che compariva anche in altre liste. Ieri Shaari è stato «avvistato» allo Smeraldo alla serata elettorale di Pisapia.
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