Assicurazioni, mutui e auto: ai giudici tutto con lo sconto

Le "offerte" sul sito dell'Anm. Sussidi e convenzioni anche per l'acquisto dei libri. E si scopre che a cucire le toghe sono i detenuti di San Vittore

Assicurazioni, mutui e auto: ai giudici tutto con lo sconto

I giudici italiani hanno un ottimo stipendio. La busta paga si fa man mano più pesante in rapporto agli scatti di carriera. Tutto avviene automaticamente, a prescindere dalle reali capacità professionali del magistrato. Con la conseguenza che la toga più stacanovista e capace guadagna quanto il suo collega più scansafatiche e inetto.

Baluardo di questo pernicioso egualitarismo - gioia degli imboscati - è da sempre l'Associazione nazionale magistrati (Anm), vale a dire il sindacato di categoria. Abbiamo fatto un viaggio virtuale sul suo sito, verificando come l'Anm sia attivissima su vari fronti, compreso quello delle «convenzioni». Nulla di segreto, per carità: tutto avviene alla luce del sole, com'è giusto che sia nell'organizzazione portavoce degli amministratori della legalità nazionale. Del resto l'epigrafe sotto il logo dell'Anm incute un certo timore reverenziale: «L'Anm è l'associazione cui aderisce circa il 90% dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura». Ma proprio per questa sua delicatissima peculiarità ci saremmo aspettati una maggiore prudenza nel sottoscrivere (soprattutto con assicurazioni e istituti bancari) condizioni di trattamento che risultano chiaramente fuori mercato rispetto alle clausole - ben meno favorevoli - riservate ai comuni cittadini.

Per capirci meglio, facciamo qualche esempio. Capitolo «convenzioni bancarie»: «L'Anm - si legge sul sito del sindacato delle toghe - dopo un attento studio del mercato creditizio, ha sottoscritto una convenzione che offre agli iscritti condizioni particolarmente favorevoli relativamente alla concessione da parte dei maggiori istituti di credito di mutui e/o altri mezzi di finanziamento. Si offrirà un servizio dedicato a tutti i magistrati e loro familiari, attraverso dei consulenti dedicati, che incontreranno i clienti per poter soddisfare ogni loro necessità legata al ricorso al credito su appuntamento e senza alcuna commissione di mediazione».

Assai variegato è pure il fronte assicurativo, con allettanti polizze ad hoc: «Sanitaria per il nucleo famigliare»; «Responsabilità civile, contabile, amministrativa»; «Previdenza complementare e assicurazione caso morte»; «Infortunistica». Inutile ribadire come per ognuna di queste tipologie i bonus che l'Anm ha ottenuto non sono certo paragonabili alle condizioni standard previste da piani di finanziamento e polizze.

Non vogliamo pensare a una sorta di captatio benevolentiae da parte dei suddetti istituti bancari e assicurativi nei confronti della potente categoria dei magistrati, ma, spulciando tra i benefit contrattuali, il dubbio che sia stato usato un occhio di riguardo viene, eccome. Come dire: banche e assicurazioni hanno provato a fare i «generosi», ma l'Anm si è ben guardata dal rifiutare. Rifiuto che sarebbe invece dovuto arrivare categorico per una questione puramente deontologica. Un magistrato non può accettare trattamenti privilegiati per sé e i propri familiari, ne va della sua autorevolezza e credibilità.

Montanelli sosteneva che un «giudice non deve essere solo onesto, ma deve pure apparire tale». Nel caso delle «convenzioni» stipulate dall'Anm, ovviamente, non è in discussione l'onestà degli iscritti, ma il senso di opportunità nell'accettare «sussidi scolastici» (come se un magistrato non fosse in grado di mantenere i figli agli studi), oltre a sconti su «acquisto auto», «acquisto libri» e - perfino, udite udite - «acquisto toghe».

In quest'ultimo caso si scade quasi nel tragicomico: l'Anm ha infatti stipulato addirittura una convenzione con una cooperativa sartoriale gestita da detenuti che - su ordinazione - cuciono e spediscono a domicilio la toga al magistrato.

Un'elegante toga in fresco di lana 100% (dotata di cordone oro-argento e pettorina bianca con pizzo) acquistata in un

negozio specializzato non costa meno di 500 euro. La Cooperativa Alice, operante nel carcere di San Vittore a Milano, la propone invece in «saldo» a 250 euro. Chiavi in mano. Serviranno almeno ad aprire le porte della libertà?

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