Chiara Braga, l'ambientalista fedelissima del Pd che vuole case e auto green

Braga è sempre stata in sella al Partito democratico, da Renzi fino a Schlein: non ha mai abbandonato la scialuppa nonostante scossoni e rivoluzioni. Lotta strenuamente sui temi dell'ambiente

Chiara Braga, l'ambientalista fedelissima del Pd che vuole case e auto green
00:00 00:00

Una fedelissima del Partito democratico, presente in ogni stagione, convinta scudiera di una formazione politica che negli anni fa i conti con infinite spaccature e molteplici cambi ai vertici. Ma Chiara Braga non si muove: resta sempre in sella al Pd, da Matteo Renzi a Enrico Letta passando per Nicola Zingaretti. E ovviamente ora il percorso prosegue al fianco di Elly Schlein: per il capogruppo dem alla Camera la vittoria del neo-segretario alle primarie "tiene conto di una richiesta di cambiamento radicale rispetto al passato". Un diligente esponente.

Braga nasce a Como il 2 settembre 1979. Nel 2003 si laurea in pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale al Politecnico di Milano. Da lì per cinque anni lavora come tecnico urbanista al Comune di Lomazzo. Poi arriva l'ingresso in politica: dal 2004 al 2009 ricopre il ruolo di vicesindaco e assessore all'Urbanistica del Comune di Bregnano, mentre dal 2007 al 2012 diventa consigliere provinciale nella lista dell'Ulivo della Provincia di Como.

L'esordio alla Camera dei deputati si compie in occasione delle elezioni del 2008 nelle liste del Partito democratico. Nel febbraio 2013 viene rieletta deputata nella XVII Legislatura; alle consultazioni politiche di marzo 2018 riesce a ottenere la riconferma a Montecitorio, così come alle successive elezioni del 25 settembre 2022. Il suo cammino politico è proprio nel solco della galassia dem, di cui è rimasta esponente nonostante le travagliate fasi attraversate e le rivoluzioni interne scaturite dalla lotte tra le varie correnti.

L'impegno di Chiara Braga si concentra soprattutto sull'ambiente. Dal 2013 viene chiamata a far parte della segreteria nazionale dem (con a capo il segretario Matteo Renzi) come responsabile nazionale Ambiente ed Energia, incarico che riveste fino al maggio del 2017. Ad anno nuovo l'allora leader Nicola Zingaretti la conferma responsabile nazionale Agenda 2030 e Sostenibiltà; nel 2021 con Enrico Letta al Nazareno le viene affidato l'incarico - in segreteria nazionale - di responsabile nazionale della Transizione ecologica, Sostenibilità e Infrastrutture. Senza dimenticare la veste di coordinatrice delle iniziative politiche della campagna di Elly Schlein in occasione del congresso costituente.

Nel suo impegno politico e parlamentare sono centrali i temi dell'ambiente, della green economy e dell'economia circolare. Nella XIX legislatura riprende a trattare la questione della crisi climatica, da affrontare "attraverso politiche che permettano di dare vita ad una vera conversione ecologica dell'economia e della società". Non la definisce semplicemente una sfida epocale, ma addirittura "la più grande responsabilità verso le prossime generazioni".

Tutto ciò sfocia in un attacco diretto al governo guidato da Giorgia Meloni. In particolare il terreno di battaglia riguarda la direttiva europea per le case green: l'esecutivo si dice preoccupato per i potenziali effetti negativi per quanto riguarda la concessione di mutui e il valore della casa, ma per Braga il centrodestra "fa solo allarmismo e continua a negare l'urgenza di affrontare la crisi climatica". Dunque a suo giudizio non si tratta di un costoso orpello ai danni di inquilini e proprietari, ma lo reputa "il contributo necessario e doveroso di tutti i cittadini per difendere l'ambiente, ridurre le bollette e gli sprechi energetici".

In maniera inevitabile difende a spada tratta lo stop alla vendita delle auto a benzina e diesel al 2035. "La svolta sull'elettrico è necessaria", afferma a gran voce. Il che non sorprende. È la stessa Braga a replicare alle accuse secondo cui il Pd si dedica in misura maggiore alla lotta all'inquinamento piuttosto che alla difesa dell'occupazione. In effetti chi si oppone all'ultima follia Ue ritiene che si debbano salvaguardare i posti di lavoro nel settore auto: si teme una stangata per l'industria italiana, con decine di migliaia di posti di lavoro che potrebbero scomparire.

Ma il capogruppo del Pd alla Camera, da fedelissima ambientalista, è tranquilla anche su questo fronte: "I posti di lavoro creati dalla transizione all'elettrico sono più di quelli che si potrebbero perdere

con l'addio alla benzina". Chissà in quanti potranno permettersi un'auto a batterie. Forse la green Braga e i compagni di sinistra dovrebbero interrogarsi su questo punto che è tutt'altro che un piccolo dettaglio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica