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"Ignorano le implicazioni". La lezione della Meloni alla sinistra su Cospito al 41 bis

Il presidente del Consiglio conferma il 41 bis: "Toglierlo avrebbe implicazioni sulla lotta alla criminalità organizzata". E invita ad abbassare i toni: "Confronto franco ma rispettoso"

"Ignorano le implicazioni". La lezione della Meloni su Cospito al 41 bis

La detenzione di Alfredo Cospito al 41 bis continua a creare divisioni e scontri tra i partiti. Da una parte il centrodestra denuncia poca chiarezza da parte del Partito democratico sul tema; dall'altra l'opposizione giallorossa chiede a gran voce le dimissioni del sottosegretario Andrea Delmastro e dell'onorevole Giovanni Donzelli. Il presidente Giorgia Meloni però è stato chiarissimo: ha respinto l'ipotesi di un passo indietro, ha invitato tutte le formazioni politiche ad approcciarsi alla questione con toni più moderati e ha confermato la difesa del 41 bis.

L'appello di Meloni

Il primo ministro, nella lettera inviata al Corriere della Sera, ha preso posizione alla luce del durissimo scontro scoppiato alla Camera il 31 gennaio. Alla base della scelta di temporeggiare prima di intervenire vi è stata la convinta necessità di "non alimentare una polemica" che viene considerata "per tutti controproducente". Meloni ha riconosciuto che "i toni si sono alzati troppo" e senza alcun problema ha invitato tutti - "a partire dagli esponenti di Fratelli d'Italia" - a far sì che ci sia un livello di confronto "franco ma rispettoso".

Con la stessa fermezza ha fatto sapere che non ritiene vi siano "in alcun modo" le condizioni di partenza per pensare alle dimissioni di Delmastro e Donzelli tanto evocate dalla sinistra. Anche perché ha annotato che le notizie relative alla documentazione oggetto del contendere "sono state addirittura anticipate da taluni media".

Infatti Carlo Nordio si è espresso in maniera inequivocabile al termine della ricostruzione dei fatti in seguito al dibattito parlamentare. Il ministro della Giustizia ha fatto notare che la comparazione tra le dichiarazioni rilasciate da Giovanni Donzelli e la documentazione in atti mette in evidenza che il riferimento è a una scheda di sintesi del Nic non coperta da segreto: "Non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda".

Il monito al Pd

Il presidente del Consiglio ha affermato che il polverone politico alzato in questi giorni presenta "aspetti chiaramente strumentali". A suo giudizio è "singolare" creare uno scandalo così eclatante per il fatto che il Parlamento discuta di "documenti non coperti da segreto". Invece da anni si assiste in maniera frequente a casi in cui "conversazioni private - queste sì da non divulgare - divengono spesso di pubblico dominio".

Meloni ha scritto nero su bianco che l'accusa nei confronti della sinistra è stata "sicuramente eccessiva", ma allo stesso tempo ha rimarcato come l'indignazione attuale del Partito democratico non sia affatto coerente con le fortissime accuse al veleno sganciate fino a poco tempo fa contro il centrodestra. Ad esempio al numero uno di FdI è stata imputata la colpa di essere il "mandante morale delle morti in mare" e di essere alla guida di un "partito eversivo".

A scatenare le polemiche è stata anche la visita di una delegazione del Pd a Cospito per assincerarsi delle sue condizioni di salute. I dem si sono subito affrettati a dire che la loro azione non ha nulla a che vedere con la richiesta di togliere il regime di detenzione duro, ma sono spuntati alcuni tweet del deputato Andrea Orlando che vanno nella direzione opposta: "È urgente trasferire Cospito e revocare il 41 bis".

Per Giorgia Meloni non se ne parla: la revoca dell'istituto per Cospito avrebbe delle implicazioni "soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata".

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