"Ci sono delle differenze...". Schlein sommersa di fischi alla festa del Fatto

La scintilla che fa esplodere per qualche minuto il clima al Circo Massimo è l'opinione della segretaria del Pd sulle armi all'Ucraina. Travaglio interviene in sua difesa contro i lettori: "L'ho invitata io per sentire quello che pensa"

"Ci sono delle differenze...". Schlein sommersa di fischi alla festa del Fatto
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Il campo largo scricchiola seriamente al Circo Massimo di Roma. La festa del Fatto Quotidiano, infatti, non ha suggellato la "strana" alleanza a livello nazionale tra il Movimento 5 Stelle, di cui sicuramente i lettori di quel giornale si sentono più vicini, e il Partito Democratico di Elly Schlein, fischiata a più riprese dal pubblico presente in piazza: sintomo di un certo malumore non irrilevante che serpeggia tra i delusi di sinistra, ora grillini duri e puri, che non hanno ancora perdonato i tradimenti politici che li hanno indotti a scappare dalla "ditta" dem. L'episodio avvenuto questo pomeriggio, per il quale c'era molta curiosità, è stato piuttosto emblematico sotto questo punto di vista.

I giornalisti Antonio Padellaro e Wanda Marra hanno intervistato una Schlein inizialmente molto radiosa per avere concluso tutti gli accordi elettorali con il M5s nelle sette regioni che andranno al voto da qua a novembre. Ma la sua "testardaggine unitaria" è costretta a subire un brusco stop quando i temi si sono spostati sui temi internazionali: dagli applausi per il proclama di volere "mandare a casa Giorgia Meloni" (come se poi dipendesse dalle opposizioni), si è passati dai fischi da parte degli scettici sull'alleanza giallo-rossa a proposito delle armi da inviare all'Ucraina. Secondo la responsabile del Nazareno "sicuramente qui c'è una differenza: è vero - ha detto cercando di mettere in qualche modo le mani avanti -. C'è sempre stata, perché noi abbiamo chiesto di sostenere anche militarmente un popolo che è stato aggredito da un'invasione criminale".

La segretaria del Pd non fa in tempo a concludere il proprio ragionamento che immediatamente sono partite non solo delle urla ma anche una sostenuta contestazione da parte dei militanti del Fatto in direzione Schlein. "Fatela parlare, non è una battaglia: è un'intervista", ha affermato la cronista Marra. "Facciamola parlare, è nostra ospite: gli strilli non servono a nulla", ha ribadito Padellaro. "Ci sta, ci sta - ha commentato a caldo la deputata di centrosinistra mentre cercava di andare avanti con il discorso -. Su questo c'è una differenza. Ma è vero anche che ci sono cose sulle quali siamo d'accordo. Negoziare per arrivare a una pace giusta e duratura e che al tavolo ci sia anche l'Ue".

Le critiche all'operato di Trump e la dichiarazione secondo la quale "l'Unione europea non deve diventare un'economia di guerra" non sono bastati a calmare l'ambiente. Tant'è che i fischi hanno successivamente richiesto il netto intervento del direttore Marco Travaglio: "L'ho invitata io e l'ho invitata per sentire quello che pensa lei, non quello che pensiamo noi. Non si può tumultuare ogni volta che dice una cosa diversa da quello che pensiamo noi. Ri-spet-tia-mo", ha tagliato corto il giornalista scandendo l'ultima parola.

"Al di là delle nostre differenze, se noi non continuiamo a discutere non troveremo mai un punto d'incontro e solo così potremo battere le destre", ha infine chiosato Schlein. L'ammucchiata di sinistra è già al capolinea sulla strada verso le elezioni del 2027?

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