
Il rinvio a giudizio per i 6 militari indagati per il naufragio di Cutro ha suscitato profonda indignazione nel centrodestra, che si è schierato compatto al fianco degli esponenti della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera coinvolti in questa vicenda. Diversa la posizione delle opposizioni, che hanno scelto da una parte il silenzio e dall'altra di criticare la maggioranza per aver espresso la propria solidarietà, che si sono schierare con le Ong. Il segretario generale del Sindacato italiano autonomo finanzieri (Siaf), Eliseo Taverna, è molto chiaro: "È doloroso vedere rinviati a giudizio sei servitori dello Stato che ogni giorno operano per salvare vite umane, mentre i veri colpevoli, i trafficanti di esseri umani, continuano indisturbati a speculare sulla disperazione altrui".
Con il massimo rispetto per la Magistratura, ha aggiunto il sindacalista riconoscendo le difficoltà di questa inchiesta, "esprimiamo la nostra piena solidarietà ai colleghi coinvolti, certi che abbiano sempre agito secondo coscienza e con l’obiettivo primario di tutelare la vita umana. Negli ultimi anni, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto hanno tratto in salvo oltre 250.000 persone nel Mediterraneo, in condizioni spesso proibitive". Inoltre, il Siaf ha accolto con soddisfazione la decisione della Regione Calabria di ritirarsi da parte civile, che viene definita come "un segnale di equilibrio e responsabilità istituzionale". Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è detto certo che i militari "dimostreranno la propria completa estraneità rispetto alle accuse che vengono loro rivolte. La responsabilità per le disgrazie causate dalla spietatezza dei trafficanti di esseri umani non può essere in alcun modo estesa a chi ha sempre lavorato quotidianamente per assicurare la salvaguardia della vita delle persone in mare".
Per Sara Kelany, onorevole di Fratelli d'Italia e responsabile del dipartimento immigrazione del partito, "è un quadro surreale" e "appare incredibile il fatto che mentre le Ong sono quotidianamente sottoposte a un processo di beatificazione, le nostre forze dell’ordine debbano subire processi mediatici, politici e giudiziari per aver compiuto il proprio dovere". Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ricorda che "bisogna perseguire i trafficanti di persone che sono i responsabili delle tragedie del mare, non gli operatori della Guardia costiera e della Guardia di finanza che fanno il loro dovere". Ma a sinistra non perdono occasione per sferrare il proprio attacco, come dimostra Nicola Fratoianni, il quale ha definito "paradossale" che "in queste ore ministri da Salvini a Piantedosi a tanti altri esponenti della destra, tutti si affannino a esprimere solidarietà agli indagati della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera: ci dovrebbero essere loro su quel banco degli accusati. Con le loro politiche feroci e inefficaci".
Una posizione simile a quella assunta dalle Ong del mare, secondo le quali il processo "potrebbe essere l'occasione giusta per fare luce su tutti i passaggi critici, sulle responsabilità dei sei imputati e, auspicabilmente, anche su quelle dei funzionari e delle autorità di livello più alto".