Dl Sicurezza, caos in Aula: cosa è successo

Discorsi di fuoco, interruzioni, cori anti-Meloni, cartelli di protesta e lunghi silenzi: così le opposizioni hanno inscenato pirotecniche protesta dentro l'Aula di Montecitorio: il testo è passato con 163 Sì

Dl Sicurezza, caos in Aula: cosa è successo
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Il decreto Sicurezza, dopo una lunghissima seduta fiume, passa alla Camera dei Deputati con 163 Sì e 91 No. Ora il provvedimento arriverà in Senato martedì 3 giugno e lo stesso giorno è previsto l'avvio della discussione in Aula, con un passaggio nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia ridotto a meno di quattro ore. L'approvazione a Palazzo Montecitorio, in ogni caso, non è stata esente da fortissime proteste messe in scena dai partiti di centrosinistra: tra accese dichiarazioni, cori intonati al grido di "Onestà!", cartelli alzati contro il governo Meloni e sceneggiate di singoli parlamentari che cercavano - in qualche modo - di scimmiottare le azioni messe in atto da Marco Pannella qualche decennio fa.

Certo, ci sono state le classiche dichiarazioni conclusive di voto: e già anche là i vari rappresentanti delle opposizioni non sono stati teneri. Elly Schlein accusa il governo Meloni di avere "compiuto una forzatura inaccettabile, senza precedenti, nel merito e nel metodo" perché avrebbe "calpestato la nostra funzione legislativa con un plateale colpo di mano con cui il governo si è riappropriato di questo testo" con una legge che portando l'Italia "più indietro del codice Fascista Rocco del 1930". Oltre al Partito Democratico, si è fatto sentire anche il Movimento 5 Stelle con Chiara Appendino: "Quando torneremo a casa la sera e avremo paura di un uomo che cammina alle nostre spalle, quando chiederemo al taxi di aspettare finchè non entriamo nel portone, quando avremo paura di una persona che ci perseguita, ci sentiremo più sicure con questo decreto? - si è chiesta l'ex sindaca di Torino -. No, perchè il governo non si è fatto minimamente carico della violenza di genere, delle donne uccise quasi quotidianamente".

Tuttavia, più delle parole di fuoco di rito di chi si oppone all'esecutivo nazionale, a passare alla piccola storia di questa legislatura parlamentare sono le eclatanti scene di protesta poste in atto da Pd, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra. Poco prima delle votazioni finali sul decreto sicurezza, infatti, i deputati di questi tre partiti hanno esposto dai loro banchi dei cartelli, tutti ovviamente poi ritirati dai funzionare della Camera con scritto: "Né liberi, né sicurì", "Non si arresta la protesta", "La democrazia non si piega" e "Decreto paura". Hanno intonato poi il coro "O-ne-stà". Ma, soprattutto, sono state altisonanti le urla e le interruzioni contro Augusta Montaruli (Fratelli d'Italia) mentre si stava rivolgendo alla sinistra con queste parole: "Qual è la parte giusta? Gli uomini in divisa o chi accoltella le persone per strada? I poliziotti di Corvetto o chi fugge vigliaccamente quando è fermato? Siete con le forze dell'ordine o con i centri sociali che volete legalizzare? Con le forze dell'ordine o chi sfonda con le mazzate i cordoni di polizia? Voi siete parte di chi era in piazza, sono il vostro strumento per fare pressione sul Parlamento. Ma non ci intimidiscono e non ci intimidite".

Infine - ed è forse la parte più iconica dell'intera seduta di Montecitorio - la particolare la forma di protesta, nel corso del proprio intervento, messa in scena dal deputato del Partito Democratico Claudio Mancini, il quale ha utilizzato tutto il tempo a propria disposizione (otto minuti) per restare in piedi e in silenzio, incrociando le braccia. Divertiti, i colleghi di partito lo hanno applaudito, mentre il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè ha ripreso alcuni deputati di maggioranza come Salvatore Caiata (Fdi) e Rossano Sasso (Lega) che non hanno gradito il gesto di Mancini. Il dem poi ha proseguito: "Adesso farò il sottosegretario Molteni.

È stato in silenzio con una sola gomma da masticare per tutto il pomeriggio". E ha preso a masticare un chewingum per finta. Mulè allora ha scherzato: "È la gomma del ponte, è lungo. Non voliamo né alto né basso, voliamo a livello di questa istituzione".

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