Poche idee ma confuse, il solito ritornello sull’estrema destra, poco altro. Questa sera Elly Schlein è stata ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” e il monologo è sempre lo stesso, a partire dai presunti rischi per la libertà di stampa e per l’indipendenza della magistratura. La leader Pd ha esordito sul botta e risposta con Giorgia Meloni per le sue incredibili dichiarazioni sull’attentato a Sigfrido Ranucci (la Schlein ha accusato “la premier di estrema destra”, ndr): “La risposta del premier? Io penso che la violenza di questo attacco dimostri che abbiamo ragione. Non si è mai vista una premier che passa il tempo ad attaccare l’opposizione, i sindacalisti, i giornalisti e i giudici che non a governare e a occuparsi delle liste di attesa e dei salari. Non ho mai detto che la bomba a Ranucci l’avesse messa il governo o che fosse il mandante, io ho detto che dove governa l’estrema destra la libertà di stampa si indebolisce. E questo è un fatto”
“Benissimo la solidarietà del governo a Ranucci, ma perché non ritirano le querele temerarie con cui ogni giorno ostacolano il suo lavoro? Perché l’Italia è scesa nella classifica sulla libertà di stampa di diverse posizioni sotto questo governo? Perché la Meloni non fa una conferenza stampa nemmeno se ci inciampa dentro per sbaglio” ha aggiunto al Schlein, con tanto di sviolinata al padrone di casa: “E poi quello che sta facendo sul servizio pubblico: io ho davanti la testimonianza vivente che hanno privato il servizio pubblico…”. “Nono, non parliamo dei presenti” la replica di Fazio, seguita dalla sottolineatura della dem: “La Rai ha visto andare via grandi professionisti e grande competenze”. E ancora: “Tanti mi hanno criticato per non aver partecipato all’elezione del nuovo cda della Rai, ma noi siamo coerenti con l’idea di una riforma che renda la Rai indipendente dalla politica e dai partiti. Noi continueremo a batterci per questa riforma”.
Poco dopo la Schlein ha rincarato la dose contro il premier e contro il suo governo: “Siamo stati noi di essere accusati di essere stati mandanti. Penso a un omicidio che è avvenuto dall’altra parte dell’oceano, quello di Charlie Kirk, che abbiamo tutti condannato duramente. Ma penso anche che sono strani questi silenzi a giorni alterni. Perché non abbiamo sentito una parola quando un omicidio ai danni di un autista lo hanno commesso degli ultras di estrema destra”. In realtà la Schlein forse non ha letto i giornali, perché le condanne sono arrivate, a partire da quella della Meloni, che ha parlato di “violenza folle e inaccettabile”. Tornando alla sua filippica: “Oppure in occasione delle aggressioni dei neofascisti a Genova o quando un giornalista è stato aggredito perché aveva la felpa con scritto ‘antifascista’. Noi la violenza politica la condanniamo sempre, vorremmo che anche la destra e il governo facessero la stessa cosa”.
“L’estrema destra dove governa dimostra tanta insofferenza verso i limiti della democrazia” ha aggiunto la Schlein, stroncando – con i soliti deboli argomenti – le riforme del governo: “La riforma del premierato accentra ancora di più il potere nelle mani di chi governa a scapito dei poteri del Parlamento e del presidente della Repubblica. Ma penso anche al decreto sicurezza e a quello che si sta per fare sull’università, gravissimo, dove per la prima volta il governo vuole nominare un membro in ogni ateneo. Un altro esempio è la riforma della giustizia. Vogliono indebolire la magistratura, dividere il Csm e rendere i giudici meno indipendenti dal governo. Lo sa perché? Perché ho l’impressione che questa destra voglia sostituire il diritto internazionale alla legge del più forte. Ma la legge è uguale per tutti: questo è un altro fondamentale principio della democrazia”.
La Schlein si è poi soffermata sul Pd e ha tenuto a precisare che quando è arrivata lei i dem erano al 14% nei sondaggi, dietro al M5s: "Alle europee abbiamo raggiunto il 24%, nessun partito in Europa è cresciuto di 10 punti percentuali". Poi sulle critiche per la linea troppo a sinistra: "Lo chieda agli elettori, facciamo battaglie sul salario minimo che anche elettori di Meloni vogliono. Siamo tornati in mezzo alla gente, siamo tornati a parlare il linguaggio delle gente. Se qualcuno ha nostalgia di quando il Pd governava con un pezzo della destra ha sbagliato, il mio mandato è costruire una coalizione progressista, da realizzare insieme su una piattaforma basata su sanità, scuola, lavoro e diritti".
Per quanto concerne il campo largo, la Schlein ha spiegato che "Conte ha detto che vuole costruire una alleanza su un programma progressista e coerente: io sono d'accordo. Dopo le regionali costruiiamo il programma non nelle stanze, ma nel Paese, confrontandoci con le categorie e i cittadini. Questa alleanza non la costruiamo contro Meloni ma sulle cose che vogliamo fare insieme, sul rafforzamento della sanità pubblica, i diritti, come il diritto alla casa". La leader piddina ha aggiunto sul punto: "Faremo come fa la destra, anche loro partono da idee diverse. Troveremo la sintesi anche su questo, come abbiamo fatto per la Palestina. Ci sono differenze su come supportare l'Ucraina ma siamo d'accordo su uno sforzo diplomatico dell'Europa.
Il Pd non ha dubbi: non ci può essere una pace giusta senza l'Ucraina seduta al tavolo, la pace non può essere la resa dell'Ucraina. Chiediamo al governo di farsi garante della presenza dell'Ucraina al tavolo, da Trump non possiamo avere questa garanzia".