
Clamoroso fuori programma (forse) senza precedenti nella storia del Parlamento italiano: un deputato si è travestito da fantasma e ha tentato di avvicinarsi ai banchi del governo dove era seduta anche Giorgia Meloni in occasione del Premier Question Time tenuto alla Camera dei Deputati. Ma che cosa è successo veramente? Tutto è cominciato mentre il capogruppo della Lega a Palazzo di Montecitorio, Riccardo Molinari, stava effettuando la propria replica alla presidente del Consiglio in merito all'interrogazione del gruppo parlamentare del Carroccio che aveva sollecitato Meloni a proposito delle iniziative a tutela delle forze dell'ordine e del comparto del soccorso pubblico. A un certo punto, ecco l'incredibile colpo di scena.
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, si è alzato dal proprio seggio, si è messo sopra un lenzuolo bianco con due buchi in alto per formare gli occhi e con addosso la scritta "referendum". Un riferimento al fatto che i temi legati al referendum abrogativo che verranno messi al voto i prossimi 8 e 9 giugno siano considerati un argomento che non sarebbe stato adeguatamente trattato a livello nazionale e di cui sia le forze di governo che le televisioni stanno parlando poco. Immediata e inevitabile è stata l'espulsione sancita dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana: "Non si può stare in Aula così, espulso", ha dichiarato la terza carica dello Stato. Sgomento e sorrisi tra i vari parlamentari. Dopo di che, riprendendo a parlare subito dopo l'interruzione subita, il leghista Molinari ha poi commentato: "Questa scena dimostra ulteriormente che quando si parla delle forze dell'ordine c'è chi ha rispetto e chi non ce l'ha". Anche il successivo interrogante, Paolo Barelli (Forza Italia) non ha risparmiato stilettate nei confronti della fresca esibizione plateale di Magi: "Signor presidente non le chiedo sul carnevale...". Il profilo social di "Atreju" pubblica un fotomontaggio con la Meloni in versione "Ghostbusters" che acchiappa il fantasma Magi con la scritta "Preso".
Il precedente di Magi in Albania
Non è la prima volta che l'ex esponente radicale si rende protagonista di iniziative da mattatore nei confronti del capo dell'esecutivo nazionale. Giusto un anno fa, a pochissimi giorni dalle elezioni europee, Magi fermò l'autovettura dove stava viaggiando la Meloni dopo una conferenza stampa in Albania a fianco del premier Edi Rama. Strattonato dalle guardie del corpo, Magi urlo: "Questo ci dice tutto, presidente, di quello che accadrà. Se a un parlamentare succede questo a favore di telecamere, potete immaginare a che cosa accadrà a quei poveri cristi dei migranti quando verranno portati qui". La presidente del Consiglio replicò prontamente. Prima con il sarcasmo: "Seee... poveri cristi. Sì, certo, non è uno Stato di diritto...". E poi con più fermezza: "È una legislazione italiana ed europea. Abbiamo portato la legislazione europea qui. Lei non è il segretario di Più Europa? Non voleva Più Europa? Che Più Europa è?". Per poi concludere in questo modo: "Io la capisco, Magi, e le sono solidale.
Io fatto un sacco di campagne elettorali in cui non sapevo se avrei superato la soglia di sbarramento – concluse prima di tornare a bordo dell'automobile -. Perché dovevo segnalare la mia esistenza politica. Quindi le sono totalmente solidale…".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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